FRANCIA

Vermeren: “Gli islamisti puntano alla conquista dell’Europa”

(Lorenza Formicola. La Nuova Bussola).

Che cosa sta accadendo in Francia e come l’immigrazione islamica sta sfigurando la Ville Lumière? La Bussola lo ha chiesto a Pierre Vermeren. Lo storico francese, professore di Storia Contemporanea alla Sorbona e specialista di Maghreb e mondo arabo islamico, ritiene che l’islam politico continui a progredire in Francia. 

ITALIA

Crisi nella Chiesa, di sant’Atanasio ce n’è uno

(Luisella Scrosati. La Nuova Bussola Quotidiana).

La crisi ecclesiale odierna assomiglia, per certi versi, a quella causata dall’eresia ariana. Ma il parallelo tra sant’Atanasio e alcuni prelati oggi scismatici non regge: il santo vescovo di Alessandria, più volte esiliato, difese la fede e al tempo stesso rimase obbediente a Roma.

Italia

USA verso il futuro, UE prigioniera del passato

(Eugenio Capozzi. La Nuova Bassola)

Dopo l’attentato a Trump c’è stata una grande accelerazione della politica americana, sia tra i repubblicani che tra i democratici. Al contrario, nella UE la vecchia maggioranza si arrocca sfidando la volontà degli elettori. Se si guarda al corso che gli avvenimenti della politica stanno prendendo in questi giorni nei due grandi poli dell’Occidente, quello americano e quello europeo, si trae la straniante impressione di due mondi che viaggiano in direzione opposta, o addirittura che non sembrano vivere nella stessa realtà.

Svizzera

Svizzera, spunta una lista di chiese per le “benedizioni gay”

(Tommaso Scandroglio. La Nuova Bussola).

L’organizzazione elvetica “Alleanza per l’uguaglianza cattolica” ha pubblicato una lista di parrocchie disponibili a “benedire” coppie irregolari e coppie omosessuali. Pochi i sacerdoti presenti in elenco, ma la deriva in stile Fiducia supplicans va avanti.

Sinodo

Fiumi di parole per un Sinodo che parla in burocratese

(Nico Spuntoni. La Nuova Bussola Quotidiana).

Tra slogan ritriti e dichiarazioni di intenti poco credibili l’Instrumentum Laboris dà l’impressione che l’ultima sessione del percorso sinodale interessi ben poco ai fedeli. E forse anche al Papa. La conferenza stampa di presentazione dell’Instrumentum Laboris per il Sinodo di ottobre si candida ufficialmente a sottrarre agli Europei di calcio in Germania il primato di evento più noioso dell’estate 2024. A voler essere un po’ impertinenti, un’ora e venti di conferenza e trenta pagine di documento si potrebbero riassumere attingendo al repertorio sanremese: “Fiumi di parole”.

Vaticano

Il card. Duka critica la Chiesa dei compromessi diplomatici

No agli atteggiamenti di compromesso della diplomazia vaticana come nel caso della Ostpolitik e ora nel caso dell’accordo con la Cina: fanno danni agli stessi cattolici. L’intervento del cardinale Duka. L’arcivescovo emerito di Praga, cardinale Dominik Duka (nella foto di W. Redzioch), non è stato tenero in un suo recente intervento sugli atteggiamenti di compromesso della diplomazia vaticana come nel caso della Ostpolitik e ora nel caso dell’accordo con la Cina. Come riferisce Infovaticana, il cardinale ha detto che gli anni Cinquanta hanno fatto da sfondo ad una trasformazione del servizio diplomatico: «I principi della lotta per la libertà e la dignità umana hanno cominciato ad essere messi da parte a favore di una politica di distensione promossa principalmente dalla sinistra e dagli Stati comunisti» e «la diplomazia vaticana ha cercato di concludere accordi bilaterali per salvaguardare la vita delle comunità locali, sacrificando anche i desideri e le aspettative delle Chiese locali».

Vaticano

L’Instrumentum Laboris conferma i rischi della sinodalità

Ieri 9 luglio è stato pubblicato l’Instrumentum laboris della Seconda sessione della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi dal titolo Come essere Chiesa sinodale in missione? che si svolgerà nel prossimo mese di ottobre. La prima sessione si era tenuta nell’ottobre 2023. La Bussola ha espresso in varie occasioni, soprattutto nel convegno romano dell’ottobre 2023, alla vigilia della prima Sessione del Sinodo, la sua valutazione dell’intero processo sinodale, delle sue finalità palesi o occulte, sulle sue debolezze e anche sui suoi gravi pericoli. Queste preoccupazioni, che sono largamente presenti nella Chiesa anche se la comunicazione ufficiale non ne parla, vengono confermate ora anche da questo strumento di lavoro che verrà messo in mano ai sinodali.

Chiesa italiana

Il bene comune ce lo spiega il mondo: la Cei scomunica la Dottrina sociale

(La Nuova Bussola Quotidiana. Stefano Fontana).

Con la chiusura ieri delle settimane sociali dei cattolici, la Chiesa italiana ha abbandonato la Dottrina sociale: relatori targati Pd, Mattarella e Zuppi all’unisono, il Vangelo puntella la Costituzione, la salvezza non viene da Cristo ma dalla partecipazione. A Trieste si è deciso di farsi dire dal mondo in cosa consista il bene comune.

Italy

«Solo la fedeltà alla gerarchia della Chiesa è cattolica, anche nella prova»

(La Nuova Bussola. Luisella Scrosati)

Sedevacantisti, sedeprivazionisti, Lefebvriani e tradizionalisti che negano l’autorità del Papa. La crisi nella Chiesa è conclamata, ma l’unica soluzione cattolica è una triplice fedeltà: fedeltà alla gerarchia, fedeltà ai suoi insegnamenti infallibili nel suo costante magistero e fedeltà alla liturgia coerente con la natura sacrificale della Messa. La Bussola intervista l’Abbé Hilaire Vernier, sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pietro.

Settimana sociale dei cattolici, il vuoto di chi non parte da Dio

(Stefano Fontana. La Nuova Bussola Quotidiana).

Il vuoto della proposta della Settimana sociale di Trieste non è improvvisato. Alle sue spalle ha la lunga strada della “svolta antropologica” che consiste nel partire non da Dio ma dall’uomo e comporta non solo un cambio di contenuti, ma anche un cambio di linguaggio.

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Rifiutando la Chiesa visibile Viganò si scomunica da solo

(La Nuova Bussola. Luisella Scrosati).

Nel suo J’accuse l’ex nunzio apostolico disconosce l’autorità del Papa e quindi l’attuale gerarchia che (per quanto malmessa) è la sola esistente, trascinando centinaia di persone in uno scisma che egli stesso rivendica. Com’era prevedibile, dopo la convocazione di Mons. Carlo Maria Viganò da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’ex-Nunzio ha risposto con un pesante J’accuse, evocando il noto J’accuse le Concile che Mons. Marcel Lefebvre scrisse nel 1976. Viganò ha esordito con un’affermazione che lo pone automaticamente al di fuori della Chiesa cattolica, a prescindere dalla sentenza che potrà venire dalla Santa Sede: «non riconosco l’autorità né del tribunale che pretende di giudicarmi, né del suo Prefetto, né di chi lo ha nominato». Il che significa la sua volontà di non essere in comunione con la Chiesa cattolica, nella sua attuale gerarchia. Che per quanto malmessa, per quanto comprensiva di persone obiettivamente non all’altezza e probabilmente anche indegne, rimane l’unica gerarchia esistente. E senza la gerarchia non si dà la Chiesa, almeno per come l’ha fondata Gesù Cristo.

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Il Papa, i comici e l’equivoco su Tommaso Moro

(La Nuova Bussola. Miguel Cuartero).

San Tommaso Moro è stato recentemente citato nel corso dell’incontro che il Papa ha svolto con i comici. Nota era la sua ironia, ma non fu l’ironia a farne un santo martire. Fare di lui un buffone non fa onore ad un uomo che in ogni momento ebbe, sì, la battuta pronta, ma che diede prova di una profondità e di una serietà senza uguali. Il 22 giugno la Chiesa ha ricordato i martiri inglesi Tommaso Moro, gran cancelliere del Regno d’Inghilterra, e John Fisher, vescovo di Rochester. Entrambi persero la vita per mano del re Enrico VIII a causa del loro rifiuto di firmare l’atto di Supremazia che sentenziava la separazione del Regno dalla Chiesa di Roma e l’insubordinazione al Papa. Tommaso Moro è stato recentemente, e più volte, citato nel contesto di un incontro avvenuto in Vaticano il 14 giugno tra papa Francesco e una delegazione di comici provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Italia. Un incontro organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione guidato dal card. José Tolentino de Mendonça con l’aiuto del sacerdote gesuita Antonio Spadaro, presenti, tra gli altri, all’incontro.

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Ruini e la Chiesa confusa che voleva salvare il salvabile

(La Nuova Bussola Quotidiana. Stefano Fontana).

Il progetto di Ruini voleva raccogliere i cattolici in una unità culturale pre-politica in modo che poi ognuno di essi la applicasse coerentemente nei diversi partiti. Era un progetto di una Chiesa confusa che cercava di salvare il salvabile. Ma era un sogno irrealizzabile. Lunga intervista del cardinale Camillo Ruini concessa a Francesco Verderami sul Corriere di domenica 16 giugno. L’analisi ha riguardato un lungo periodo, dal 1994 a quando nel 2007 Ruini lasciò la presidenza dei vescovi italiani. Crisi della DC, Tangentopoli, fallimento del nuovo Partito popolare, Berlusconi, Scalfaro, il convegno CEI di Palermo, la presenza dei cattolici nella cultura e poi tutti liberi in politica, la Margherita e Rutelli, il referendum del 2005 sulla fecondazione artificiale, il Family Day del 2007. Questi i temi dell’intervista, questi i personaggi raccontati con qualche aggiunta: Spadolini, che consigliava di non cambiare il nome da Democrazia Cristiana a Partito Popolare, Andreatta che Ruini annoverava tra i suoi amici, il Presidente Ciampi «persona intelligente e seria» di cui il cardinale fu pure grande amico. Di Scalfaro dice di essere rimasto sorpreso quando gli chiese di «aiutarlo a far cadere il governo Berlusconi». Di Rutelli parla bene perché dichiarò l’astensione nel referendum per la procreazione assistita. Di Berlusconi informa: «Non lo ritenevamo un pericolo».

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Il papa al G7, un’occasione persa

(La Nuova Bussola Quotidiana. Stefano Fontana).

Leri a Borgo Egnazia papa Francesco ha parlato di Intelligenza Artificiale (IA) ai Grandi del G7. Il suo discorso, con aggiunte a braccio, è stato più breve del testo che è stato distribuito. Questo infatti è corposo e articolato, con lunghe incursioni analitiche molto tecniche dentro i meandri della problematica dell’IA. Per il papa l’intelligenza artificiale nasce dallo slancio proprio dell’uomo verso l’”oltre”, come è già avvenuto per le altre invenzioni tecniche lungo la sua storia. Questa volta però c’è qualcosa di radicalmente nuovo: lo strumento è fortemente ambivalente (“affascinante e tremendo ad un tempo”), ha un impatto “cognitivo-industriale” dirompente che costruirà “un nuovo sistema sociale”, e soprattutto può avere una certa indipendenza dall’uomo applicando delle “scelte algoritmiche”. Il rischio è che l’uomo venga privato della sua capacità decisionale e, quindi, “condannato a dipendere dalle macchine”. Un caso-limite viene indicato nell’uso di “armi letali autonome” nei conflitti armati. Dopo essersi a lungo diffuso, nel capitolo “Il meccanismo basilare dell’intelligenza artificiale”, ad analizzare le principali possibilità ingegneristiche di sviluppo della IA e i timori che esse suscitano, Francesco propone due strade per affrontare il fenomeno e governarlo: la strada etica e quella politica. La prima via dovrebbe “mettere al centro la dignità della persona in vista di una proposta etica condivisa”. Qui egli ha esaltato l’evento del 2020 Rome Call for all Ethics che si proponeva di lanciare una “algoretica”, un’etica degli algoritmi fondata su dei principi condivisi.

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Gänswein nunzio a Vilnius, è quasi fatta

(La Nuova Bussola. Nico Spuntoni).

L’esilio di monsignor Georg Gänswein potrebbe finire presto. A Friburgo, diocesi originaria nella quale è tornato senza incarichi lo scorso luglio dopo che Francesco lo ha privato anche formalmente del ruolo di prefetto della Casa Pontificia a fine febbraio 2023, sono già pronti i bagagli del fedelissimo collaboratore di Joseph Ratzinger. C’è da scommettere che siano pieni di cappotti, guanti e altri vestiti pesanti: la sua prossima destinazione, infatti, è la Lituania. L’indiscrezione lanciata lo scorso aprile da Elisabetta Piqué, vaticanista molto vicina a Bergoglio sin dagli anni di Buenos Aires, ha trovato conferme anche in fonti vaticane da noi consultate. Salvo complicazioni dell’ultimo minuto, la nomina ufficiale non dovrebbe tardare troppo ad arrivare.

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Chesterton compie 150 anni, un antidoto contro il male dilagante

(La Nuova Bussola. Paolo Gulisano),

Il 29 maggio 1874 nasceva a Londra Gilbert Keith Chesterton, il grande autore cattolico che nei suoi romanzi scrisse le ragioni della Fede. E che oggi è più che mai attuale. Centocinquant’anni fa, il 29 maggio del 1874, nasceva a Londra Gilbert Keith Chesterton, un autore geniale di cui non si è mai detto abbastanza. Dopo un secolo e mezzo dalla sua nascita, Chesterton è più attuale che mai, con la sua difesa della ragionevolezza, con quell’uso magistrale del paradosso che sempre lo caratterizzò. Un paradosso mai fine se stesso, non un gioco intellettuale, ma un metodo per risvegliare la mente e la coscienza. Chesterton difese la bellezza della Fede, dell’annuncio della Salvezza che è una persona: Gesù Cristo. E lo fece con passione, con decisione, con simpatia, perfino. Fu veramente un Uomo Vivo, come dice il titolo di un suo celebre romanzo. Un cristiano controcorrente. E per questo dopo tanti anni è ancora attuale: perché il conflitto tra la Chiesa e il Mondo sta assumendo – negli ultimi tempi – dimensioni drammatiche. Quando Chesterton vi nacque, il 29 maggio 1874, Londra era la più grande, popolosa e importante città del mondo: il cuore e la mente della civiltà occidentale e dell’ordine da lei stabilito.  L’adolescenza di Chesterton corrisponde agli anni disperati e crepuscolari del simbolismo e del decadentismo, dei nazionalismi che portarono alla tragedia della Prima Guerra Mondiale e ai totalitarismi del XX Secolo.  Davanti al dilagare del male, l’opera di Chesterton è una sorta di medicina per l’anima, anzi, più precisamente può essere definita un antidoto. Lo stesso scrittore aveva in realtà usato la metafora dell’antidoto per indicare l’effetto sul mondo della santità: il santo ha lo scopo di essere segno di contraddizione e di restituire sanità mentale ad un mondo impazzito. «Ancora ogni generazione cerca per istinto il suo santo – aveva detto-, ed egli è non ciò che la gente vuole, ma piuttosto colui del quale la gente ha bisogno… Da ciò il paradosso della storia che ciascuna generazione è convertita dal santo che la contraddice maggiormente». Il modo con cui Chesterton riuscì a contraddire la generazione del suo tempo è stato  quello dell’essere felice. Una felicità autentica, che per essere tale non prescinde affatto dal dolore, dalla fatica e dalle lacrime.   

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E ai bambini il Vaticano offre il trasformista drag queen

(La Nuova Bussola. Andrea Zambrano)

Le parole del Papa sulla “frociaggine” mostrano che nella Chiesa l’omoeresia è dilagata. Fino ad arrivare anche ai bambini, ai quali vengono proposti anche spettacoli di trasformismo di un artista in abiti femminili. Come è successo sabato nel corso della Giornata Mondiale dei Bambini. 

Frociaggine in seminario? Fosse solo lì. La verità è che da ormai molto tempo la Chiesa è pervasa da un’ondata di omosessualismo che attraversa tutti gli ambienti. Il clamore delle parole del Papa sulla “troppa frociaggine nella Chiesa” non fa altro che rivelare al mondo che qualcosa della penetrante agenda omoeretica esplosa e favorita durante questo pontificato con cardinali e vescovi e preti protetti che hanno fatto carriera si è stabilmente insediato diventando costume. É il martellante, ossessivo e diabolico tentativo di accettare la tendenza, la pratica e la vita gay dentro la Chiesa. In fondo chiamarla frociaggine o più correttamente omoeresia è solo una questione di stile. Ma non è solo un fatto dei seminari. Attraversa tutto e va dalle veglie contro l’omotransfobia alle pubblicazioni sulla Bibbia queer; passa dalle benedizioni omo per approdare ai cammini dei gruppi di preghiera Lgbt per ridisegnare così una nuova teologia in chiave arcobaleno.

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