(il Giornale. Francesca Galici).
Il riacutizzarsi delle tensioni in Medioriente dopo il 7 ottobre 2023 ha nuovamente alzato l’allarme terrorismo in Italia e in Europa. Un allarme, comunque, mai sopito che tiene sul chi va là le intelligence nel tentativo di intercettare qualunque minaccia alla sicurezza. Mentre si alza la soglia di attenzione sugli arrivi degli irregolari, per evitare che possibili soggetti radicalizzati possano entrare in Europa con scopi pericolosi, si effettuano anche maggiori controlli e interventi sui soggetti già presenti sul territorio. Tra i quasi 1800 rimpatri effettuati dall’inizio dell’anno, ha spiegato pochi giorni fa il ministro ell’Interno, Matteo Piantedosi, “sono stati eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza nazionale, per rischio di radicalizzazione o estremismo e che dall’inizio dell’anno in corso sono state già eseguite 34 espulsioni proprio gli stessi motivi”. Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono le interrogazione parlamentari, una alla Camera e una al Senato, dell’onorevole Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia, e di Marco Lisei, senatore dello stesso partito, incentrate sulla figura dell’imam di Bologna, Zulfiqar Khan.