(Silere Non Possum).
Dall’11 febbraio 1929 lo Stato della Città del Vaticano ha trasmesso riverenza e timore al mondo intero. L’autorità pontificia ha sempre goduto di rispetto a livello internazionale e gli uomini di cui il Papa si è servito anche per legiferare all’interno delle sacre mura hanno dato prova di grande competenza e preparazione. Sarebbe sufficiente sfogliare il diario della conciliazione di Francesco Pacelli per comprendere quanto furono complesse le trattative per dar vita a questo “lembo di terra” utile a garantire “indipendenza e libertà” al Sommo Pontefice e alla Chiesa Cattolica.
Durante il pontificato di Papa Francesco – Silere non possum ha dovuto denunciarlo più volte – tutto questo è un ricordo lontano. L’amministrazione della giustizia – vaticana e canonica – è divenuto il punto più critico dell’attuale pontificato. Rescritti segreti, leggi ad personam, modifiche della procedura penale in corso di causa, leggi inapplicabili, ecc… Tutto questo è il risultato di un nepotismo preoccupante che Jorge Mario Bergoglio ha riproposto qui dentro. La scorsa settimana è stato reso pubblico un decreto del Santo Padre Francesco datato 29 marzo 2022 ed entrato in vigore il 13 aprile 2022. A maggio 2024, ben due anni dopo, viene reso pubblico un decreto che modifica una legge importantissima come quella sul governo dello SCV.