(Adista. Ludovica Eugenio).
Una prima «visita fraterna» (sorella minore della visita apostolica) ai seminari di Bayonne, già avvenuta nel silenzio qualche mese fa, e un’altra, in procinto di iniziare, che ha come oggetto la diocesi stessa: c’è un po’ di maretta, evidentemente, nella diocesi di Bayonne, nel sud della Francia, guidata dal vescovo mons. Marc Aillet, di cui abbiamo ampiamente parlato a proposito dell’Alliance des coeurs unis , associazione cattolica a metà tra rivelazioni private e agenda politica di estrema destra, al centro della quale è la presunta veggente Gaetane de Lacoste Lareymondie, alias “Virginie”, e del quale Aillet è membro, accompagnatore pastorale (e garante episcopale). E avevamo anche evidenziato come egli fosse stato l’unico vescovo francese a rifiutare di aprire gli archivi diocesani alla Commissione indipendente sugli abusi sessuali (CIASE). Ora, però, sembra esserci un supplemento di preoccupazione per la sua diocesi, che ha la nomea di accogliere comunità e seminaristi senza troppi distinguo: un po’ come accadeva a Toulon-Frejus con mons. Dominique Rey, cui l’anno scorso è stato affiancato un coadiutore, (v. Adista).
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