Il Papa è meno cool quando il suo essere anti mainstream non è spendibile

(Il Foglio. Roberto Colombo).

Dei numerosi messaggi e moniti del Papa, documenti formali del suo magistero o discorsi di circostanza che dovrebbero nutrire la fede e la vita personale e sociale dei cattolici e contribuire alla ricerca della verità tra i non credenti, cosa arriva a destinazione? Sino a non molti anni fa, essi erano riportati per intero sul quotidiano della Santa sede, l’Osservatore romano, che giungeva ogni mattina sulla scrivania di cardinali e vescovi e anche sul tavolo di molti parroci. Talvolta corredati da ampi commenti di teologi e prelati (i “paginoni” dell’Osservatore) che illustravano e approfondivano temi e problemi affrontati dal Santo Padre, aiutando così la comprensione e l’insegnamento dei princìpi da lui espressi sinteticamente o senza esplicitare le argomentazioni. Testi e parole del successore di Pietro erano ripresi dalle riviste diocesane, rilanciati ai preti, e citati nei fogli parrocchiali e durante le omelie e le catechesi nelle parrocchie e in associazioni e movimenti ecclesiali. Poco o nulla resta di questo. Le scarse e asciutte copie del quotidiano vaticano sono ormai per pochi affezionati presuli e le canoniche sembrano frequentate da altre testate giornalistiche. Periodici diocesani e bollettini parrocchiali cartacei stanno scomparendo per fare spazio a edizioni elettroniche che si occupano di tutto e di più, riprendendo – talvolta di seconda mano – qualche frase del Papa, ardua da comprendere correttamente fuori dal testo e dal contesto in cui è inserita. Il veicolo delle parole di Francesco sono ormai i comunicatori di massa e gli opinion maker: a mezzo stampa, radiotelevisione e web. I suoi interventi giungono al clero e ai laici attraverso i titoli delle colonne dei quotidiani cartacei e online, già tagliati e confezionate su misura, a effetto immediato, politicamente correttissime per non perdere nessun lettore. Mainstream is mainstream è l’imperativo per restare sempre a galla nel mare della comunicazione. I messaggi del Papa ci raggiungono direttamente sullo smartphone e sul computer, attraverso i flash delle news che scorrono tutte uguali (copia e incolla?), selezionate a supporto o conforto delle opinioni di tendenza della cultura dominante.

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Come trasformare il Papa in icona antifa

(Il Foglio. Matteo Matzuzzi).

Sabato a Verona Francesco interverrà ad “Arena di pace”. Fra i temi dell’evento: la pace, il j’accuse all’occidente “neoliberista” e la salvaguardia della “memoria antifascista”. Fino alla promozione “della disobbedienza civile”

Sabato prossimo il Papa sarà in visita a Verona e al mattino, per un’ora, parteciperà ad “Arena di pace 2024”, l’incontro dei movimenti popolari italiani “in cui la pace oltre a essere proclamata è anche condivisa”, si legge nella locandina dell’evento. Francesco risponderà ad alcune domande emerse dai tavoli di lavoro riunitisi nei mesi scorsi per approfondire cinque ambiti tematici – migrazioni, ecologia integrale e stili di vita, lavoro economia e finanza, diritti e democrazia, disarmo – strettamente legati al tema della giornata, “Giustizia e pace si baceranno”. A condurre la mattinata saranno Riccardo Iacona, conduttore di “Presa diretta”, insieme all’analista geopolitica Greta Cristini e a Marino Sinibaldi. Tra i volti noti, padre Alex Zanotelli e don Luigi Ciotti, habitué di eventi del genere. Ma a quali domande dovrà rispondere il Pontefice? La risposta è nelle relazioni di sintesi prodotte dai tavoli di lavoro. E qui nascono i problemi. Si prenda la relazione prodotta dal tavolo “Democrazia e legalità costituzionale”. L’inizio è promettente: “In Italia la democrazia è frutto della Resistenza e della Costituzione”. E fin qui, può andare. Scorrendo le righe si legge che “in tutto l’occidente l’ideologia economica neoliberista ha asservito la politica, è diventata pratica sociale e modello antropologico, funzionale ai poteri forti che sono in conflitto con la nostra Costituzione”.

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