Papa Francesco: “il dialogo tra cristiani e musulmani è un dovere”, no a “proselitismo, pressioni o minacce”

(SIR Agenzia. Staff).

“Il dialogo sincero e rispettoso tra cristiani e musulmani è un dovere per noi che vogliamo obbedire alla volontà di Dio”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza un gruppo di musulmani da Bologna, prima dell’udienza generale in piazza San Pietro. “La volontà di un Padre è che i suoi figli si vogliano bene, si aiutino a vicenda, e che, se sorge tra loro qualche difficoltà o incomprensione, si mettano d’accordo con umiltà e pazienza”, ha ricordato Francesco, secondo il quale tale dialogo “richiede il riconoscimento effettivo della dignità e dei diritti di ogni persona”, in cima ai quali “c’è quello alla libertà di coscienza e di religione, che significa che ogni essere umano dev’essere pienamente libero per quanto riguarda le sue scelte religiose”. Inoltre, “ogni credente deve sentirsi libero di proporre – mai imporre! – la propria religione ad altre persone, credenti o no”, il monito del Papa: “Ciò esclude ogni forma di proselitismo, inteso come esercitare pressioni o minacce; deve respingere ogni tipo di favori finanziari o lavorativi; non deve approfittare dell’ignoranza delle persone”.

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Droghe, Papa Francesco: “Spacciatori e trafficanti sono assassini”

(Rai News).

“Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose“. Lo ha detto il Papa nell’udienza generale, dedicata alla Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, che ricorre oggi, istituita dall’Assemblea  generale delle Nazioni Unite nel 1987. “Quanti trafficanti di morte ci sono, perché i trafficanti di droga sono trafficanti di morte, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! Questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio”.

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Un colloquio teologico internazionale per rilanciare la vocazione ecumenica della Chiesa melchita

(Agenzia Fides).

Mentre la Chiesa cattolica greco-melchita celebra i 300 anni dal ripristino della piena comunione con la Chiesa di Roma (1724-2024), un Colloquio teologico internazionale di alto livello punta a rilanciare la valenza e la vocazione ecumenica di quella comunità ecclesiale e delle altre Chiese cattoliche orientali, in un momento in cui anche i conflitti geopolitici lacerano Chiese sorelle appartenenti alla stessa tradizione, come le Chiese dell’Ortodossia.

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Erezione della Diocesi di Labuan Bajo e nomina del primo Vescovo

(Agenzia Fides).

 Il Santo Padre in data 21 giugno ha eretto la Diocesi di Labuan Bajo (Indonesia), con territorio dismembrato dalla Diocesi di Ruteng, rendendola suffraganea della Chiesa Metropolitana di Ende. Il Santo Padre ha nominato primo Vescovo di Labuan Bajo, il Rev. Sac. Maksimus Regus, del clero di Ruteng, finora Rettore della Catholic University of St.Paul Ruteng.
S.E. Mons. Maksimus Regus è nato il 23 settembre 1973 a Woang, reggenza di Manggarai, nell’attuale Diocesi di Ruteng. Ha frequentato il Pontificio Seminario Romano Minore Pius XII e svolto gli studi in Filosofia e Teologia presso il Pontificio Seminario Maggiore St. Petrus-Ritapiret, Diocesi di Maumere. È stato ordinato sacerdote il 10 agosto 2001.

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Francia. Roma blocca le ordinazioni dei preti tradizionali

(Silere non possum. Staff).

Mentre in numerose diocesi ci sono vescovi che affermano che “le unità pastorali e la chiusura di alcune parrocchie non sono il risultato di una mancanza di vocazioni ma la volontà di essere più uniti”, ci sono diverse comunità che non ottengono l’autorizzazione da Roma per poter procedere all’ordinazione presbiterale di quei giovani che si mettono a servizio della Chiesa di Dio. La lotta ideologica, come abbiamo spiegato in questo articolo, da parte di alcuni Dicasteri nei confronti di realtà legate alla Tradizione rischia di fare danni enormi alla Chiesa Universale. Se ci facciamo caso, non ci sono nel panorama italiano, vescovi che dicano con franchezza: “Sulle vocazioni sacerdotali stiamo sbagliando tutto”. No, guai a dirlo. La pressante preoccupazione di alcuni presuli è quella di coinvolgere i laici o, addirittura, ordinare uomini sposati. “Almeno diaconi”, si sente dire. Eppure, proprio Papa Francesco ha chiaramente spiegato nell’Esortazione Apostolica Querida Amazonia: «Nelle circostanze specifiche dell’Amazzonia, specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro. Ma hanno bisogno della celebrazione dell’Eucaristia, perché essa «fa la Chiesa», e arriviamo a dire che «non è possibile che si formi una comunità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia». Se crediamo veramente che è così, è urgente fare in modo che i popoli amazzonici non siano privati del Cibo di nuova vita e del Sacramento del perdono.

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Card. Zuppi: in Terra Santa per stare accanto a chi soffre

(KORAZYM. Simone Baroncia).

“Non potevano esserci luogo e giorno migliori per iniziare questo pellegrinaggio di comunione e pace con tutti i fratelli e le sorelle della Terra Santa. Sperimentiamo, come gli apostoli, l’intima gioia di essere suoi, intorno a quella mensa dove continua ad essere versato e spezzato, dove la sua Parola si fa presenza nell’eucarestia e chiede di diventare carne nella nostra vita e nel nostro oggi. La comunione inizia nella prossimità, frutto di colui che si fa prossimo per farci capire chi siamo, prima vittoria sul male che distrugge, divide, allontana, rende incomunicabili, cancella il mio prossimo tanto da renderlo solo un nemico. Il vostro dolore è il nostro dolore, il loro dolore è il nostro, le vostre lacrime sono le nostre”. Parole pronunciate dall’arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi, all’inizio della celebrazione eucaristica al Getsemani in occasione del pellegrinaggio in Terra Santa dell’arcidiocesi di Bologna fino al 16 giugno a cui hanno partecipato circa 160 pellegrini, ribadendo il valore della preghiera di intercessione: “La preghiera di intercessione si è unita a quella dei tanti salmisti che popolano (consapevolmente o no) questa terra e nei quali la preghiera ci permette di identificarci: liberami, salvami, ascoltami, proteggimi, difendimi, aiutami, comprendimi, sollevami.

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Il conflitto sempre più duro tra la Chiesa e il governo in Armenia

(asianews. Vladimir Rozanskij).

– La Chiesa Apostolica Armena ha assunto ormai una posizione politica esplicita di confronto con il governo di Erevan, con il rischio di una radicalizzazione sempre più violenta delle proteste di piazza, guidate dall’arcivescovo di Tavowš, Bagrat Galstanyan, che continua a ripetere che “non lasceremo le strade fino alla vittoria”, cioè fino alle dimissioni del primo ministro Nikol Pašinyan.

Galstanyan non si limita ad arringare le folle, ma le spinge all’assalto dei palazzi del potere, com’è successo nei giorni scorsi, cercando di rinchiudere il premier e i deputati in quello dell’Assemblea nazionale per costringerli poi a presentarsi davanti al “tribunale popolare” da lui stesso presieduto. La polizia ha cominciato a usare le maniere forti per disperdere i dimostranti, anche se finora l’arcivescovo rivoluzionario non è stato toccato. Pašinyan e i sostenitori della maggioranza di governo stanno però utilizzando argomenti sempre più infuocati contro gli oppositori ecclesiastici.

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Cardinale Camillo Ruini: “… quando nella teologia sono stati introiettati principi che erano incompatibili con la fede cristiana”

(Corazym. Vik van Brantegem)

Riportiamo alcuni stralci dall’intervista di Antonio Polito al Cardinale Camille Ruini per il Corriere della Sera del 22 giugno 2024 [QUI], con cui inizia una serie di conversazioni dedicate all’esistenza. E al suo limite. Il Cardinal Ruini «accetta di parlare di uno dei suoi argomenti preferiti. Anche dal punto di vista teologico, visto che gli ha dedicato un libro, intitolato C’è un dopo? [*]. Dove il punto interrogativo è un po’ la summa dell’approccio razionale di questo sacerdote, per sedici anni a capo dei vescovi italiani: tanto fermo nella sua fede, quanto aperto al dubbio altrui». Camillo Ruini è nato a Sassuolo il 19 febbraio 1931. Ordinato sacerdote l’8 dicembre 1954, si è laureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Il 16 maggio 1983 Papa San Giovanni Paolo II lo ha eletto vescovo e ausiliare per le Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla (successivamente riunite nell’attuale unica diocesi di Reggio Emilia-Guastalla) assegnandogli la sede titolare di Nepte. Il 28 giugno 1986 Papa San Giovanni Paolo II lo ha nominato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, di cui è stato inoltre Presidente per 16 anni, dal 7 marzo 1991 al 7 marzo 2007. Il 17 gennaio 1991 Papa San Giovanni Paolo II lo ha nominato Pro-Vicario Generale per la Diocesi di Roma in attesa di divenire Vicario e Arciprete della basilica papale di San Giovanni in Laterano il 1º luglio 1991 (fino al 27 giugno 2008), dopo la creazione a cardinale avvenuta nel Concistoro del 28 giugno 1991. Ha ricoperto anche la carica di Presidente della Commissione Internazionale di Inchiesta su Međugorje, del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana e – dal 2010 al 2015 – del Comitato scientifico della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI.

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I lefebvriani prendono le distanze da Viganò, accusato di scisma

(Avvenire. Gianni Cardinale).

L’ex nunzio spiega perché non si difenderà: «Non riconosco l’autorità del Dicastero». E la Fraternità San Pio X in una nota pone dei distinguo rispetto al caso del fondatore, Marcel Lefebvre. L’arcivescovo Carlo Maria Viganò – ex Nunzio negli Stati Uniti dopo aver ricoperto importanti incarichi in Vaticano – non intende difendersi dalle accuse di scisma per il quale è stato convocato dal Dicastero della Dottrina della Fede per un processo penale extragiudiziale. E continua nelle sue accuse alla “chiesa conciliare” e a Papa Francesco. Con toni e argomenti ai quali anche i seguaci dell’arcivescovo Marcel Lefebvre precisano di non voler essere associati. Monsignor Viganò era stato convocato per giovedì pomeriggio negli uffici del Dicastero. Oggi in una nota afferma: «Preciso di non essermi recato in Vaticano, di non avere intenzione di recarmi al Sant’Uffizio il 28 Giugno e di non aver consegnato alcun memoriale o documento a mia difesa al Dicastero, del quale non riconosco l’autorità, né quella del suo Prefetto, né di chi lo ha nominato».

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Caso 60SA. “The Times”: il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito per la prima volta nella storia per il “processo del secolo”

(Corazym. Ivo Pincara).

Il 21 giugno 2024 il quotidiano londinese The Times ha riferito [1], che «Il “processo del secolo” vaticano sarà esaminato in un tribunale britannico». La notizia fa riferimento a quanto abbiamo riferito il 3 aprile 2023: «Il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito. Il caso penale vaticano 60SA va visto ad ampio spettro, più che nei dettagli. Da soap opera a film horror» [QUI]. Nell’articolo del 3 aprile 2023 abbiamo riportato la nostra traduzione italiana dell’articolo a firma di Charles Hymas, pubblicato il giorno precedente dal quotidiano londinese The Telegraph, con la notizia che «il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito» per la prima volta nella storia, a seguito di una causa legale intentata dal finanziere Raffaele Mincione per riabilitare il suo nome dopo le accuse a suo carico nel “processo del secolo” al Tribunale vaticano. Nello stesso articolo abbiamo riportato stralci da un articolo di Silere non possum, che evidenzia che «l’incompetenza del Tribunale vaticano calpesta i diritti delle persone coinvolte».

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Parolin: “La tecnologia sia al servizio della dignità umana”

(Rosario Capomasi – Città del Vaticano).

Di fronte alle sfide poste dall’Intelligenza Artificiale, occorre “un’alfabetizzazione di base” che, tenendo conto del progresso tecnologico, “sia orientata a migliorare le condizioni dell’umanità”: è questa la strada per far sì che le macchine rimangano “centrate sull’uomo e sulla difesa dei suoi diritti” e si possa così “evitare che l’unicità della persona venga identificata e ridotta ad un insieme di dati”

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 Le ragazze afghane da mille giorni senza scuola

(Agenzia Fides).

Da mille giorni le ragazze afghane non vanno a scuola. Sono passati più di 1.000 giorni da quando i Talebani hanno vietato l’istruzione secondaria femminile in Afghanistan. Milioni di donne e ragazze afghane vivono oggi in un sistema di discriminazione di genere, impossibilitate ad andare a scuola, a lavorare o a partecipare alla vita pubblica. Nonostante tali circostanze, donne e ragazze resistono e studiano in  segreto, riferisce il “Malala Fund”, organizzazione nata da Malala Yousafzai, la studentessa pakistana ferita dai Talebani nel 2012, la persona più giovane mai insignita del Premio Nobel per la pace. Nella sua crescita professionale, la giovane è stata fondatrice del Fondo a lei stessa intitolato, organizzazione che promuove l’istruzione per le ragazze in tutto il mondo.
Il Fondo ha annunciato più di 1,5 milioni di dollari in nuovi finanziamenti per le organizzazioni che lavorano per far sì che le ragazze continuino a studiare in Afghanistan. Sono 13 le organizzazioni beneficiarie, che offrono di programmi di apprendimento digitale e alternativo per le ragazze in Afghanistan. “Siamo orgoglios

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Il Vescovo Yang Yongqiang trasferito dalla diocesi di Zhoucun a Hangzhou con nomina di Papa Francesco

(Agenzia Fides.  Gianni Valente).

Giuseppe Yang Yongquiang è il nuovo Vescovo di Hangzhou, nella provincia cinese di Zhejiang. Lo riferisce il bollettino della Sala stampa vaticana pubblicato oggi, sabato 22 giugno 2024. «Nel quadro del dialogo relativo all’applicazione dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese» si legge nel testo diffuso dalla Sala Stampa Vaticana «in data 12 giugno 2024, il Santo Padre ha nominato S.E. Mons. Giuseppe Yang Yongqiang Vescovo di Hangzhou (Provincia cinese del Zhejiang), trasferendolo dalla sede di Zhoucun (Provincia cinese dello Shandong)». Il nuovo Vescovo di Hangzhou farà il suo ingresso nella sua nuova sede episcopale con una solenne liturgia eucaristica nella cattedrale di Hanghzhou, in programma giovedì 27 giugno. Giuseppe Yang Yongqiang è nato l’11 aprile 1970 a Boxing (Shandong), in una famiglia cattolica. nel 1987 è entrato nel Seminario dello Spirito Santo a Jinan. Ha condotto gli studi filosofici e teologici presso quel Seminario e presso quello di Sheshan, a Shanghai. Il 15 giugno 1995 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Dopo aver svolto il ministero di parroco, è stato inviato ad approfondire la propria formazione presso il Seminario Nazionale di Pechino. In seguito, ha ricoperto l’incarico di docente presso il Seminario dello Spirito Santo. Nominato Vescovo Coadiutore di Zhoucun, è stato consacrato il 15 novembre 2010 e l’8 febbraio 2013 è succeduto al Vescovo Ma Xuesheng alla guida di quella diocesi. Il 12 giugno 2024 Papa Francesco lo ha nominato Vescovo di Hangzhou.

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Attivisti per l’ambiente interrompono la Messa in nome di Papa Francesco

(La Luce di María. Emiliano Fumaneri).

È polemica a Diritto e rovescio, il talk show condotto da Paolo Del Debbio, per chi strumentalizza il Papa per giustificare azioni inammissibili come l’interruzione della Santa Messa per “difendere” l’ambiente. È ammissibile arrivare a interrompere la Santa Messa per difendere l’ambiente? E giustificarsi tirando per la giacchetta perfino papa Francesco? Il Papa può diventare un alibi per autoassolversi? La risposta è chiaramente no e basta fare uso della ragione per capirlo. In questi giorni sta circolando in rete e sui social un vecchio video di Diritto e rovescio, il talk show condotto da Paolo Del Debbio. La trasmissione mette a tema quanto accaduto a dicembre dello scorso anno a Torino, dove alcuni attivisti ambientalisti hanno interrotto la celebrazione della Messa in Duomo per leggere, prima dell’omelia del vescovo, alcuni passi dell’Esortazione “Laudate Deum” di Papa Francesco sulla crisi climatica. Se può essere lodevole la preoccupazione per le sorti della nostra casa comune, sicuramente meno lodevoli sono le modalità scelte per esprimerla. Opportunamente, nel video che circola su YouTube, due non credenti come Del Debbio e Giuseppe Cruciani provvedono a ricordare che non si può protestare per l’ambiente a colpi di azioni eversive.

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Guerra in Ucraina, contatto Vaticano-Mosca: il Papa incontra l’emissario di Putin sul piano “di pace”

(SECOLO DI ITALIA. Marta Lima).

Qualcosa si muove, sul fronte orientale. La proposta unilaterale di pace, avanzata dal presidente russo, Vladimir Putin, per una soluzione della crisi in Ucraina è stata al centro del colloquio avvenuto oggi tra Papa Francesco e l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Ivan Soltanovsky. Lo ha reso noto lo stesso rappresentante diplomatico russo, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti. Il piano di Putin, ovviamente, non è ricevibili in quei termini, neanche dal Vaticano, ma c’è chi pensa che potrebbe dare una piccola scossa alla paralisi delle trattative, più o meno sottobanco. Papa Bergoglio incontra l’emissario di Putin: cosa si sono detti. “Abbiamo discusso della questione ucraina, comprese le condizioni per una soluzione pacifica” espresse di recente da Putin e “ho espresso gratitudine al pontefice per la sua posizione costantemente equilibrata”, ha fatto sapere l’ambasciatore, riferendosi alla proposta del leader russo che prevede, tra l’altro, il riconoscimento internazionale dei territori ucraini occupati dalla Russia (Crimea, Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) oltre all’abolizione delle sanzioni anti-russe. In parallelo al summit svizzero, definito dai russi come “futile”, durante un evento pubblico il presidente russo Vladimir Putin aveva posto le sue condizioni per un cessate il fuoco, chiedendo la revoca delle sanzioni occidentali imposte alla Russia e la rinuncia dell’adesione alla NATO da parte di Kyiv. Tutte queste richieste sono considerate inaccettabili dall’Ucraina.

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Quattro considerazioni di Aurelio Porfiri sul caso di Mons. Carlo Maria Viganò. Il comunicato dell’arcivescovo in risposta a “America”

(Korazym. Vik van Brantegem).

Per completezza di informazione, condividiamo il Comunicato diffuso oggi dall’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, preceduta da “quattro considerazioni sul caso di Mons. Carlo Maria Viganò”, una riflessione di Aurelio Porfiri che è stata pubblicata oggi dall’autore sul suo sito Traditio, per conoscere tutto su tradizione e tradizionalismo [QUI]. In molti stiamo seguendo la situazione che coinvolge Mons. Carlo Maria Viganò, arcivescovo italiano a processo da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede con la pesante accusa di scisma. Devo premettere che in passato ho avuto un rapporto molto cordiale con Mons. Viganò di cui ho anche favorito la pubblicazione di alcuni libri. Poi purtroppo, non per mia scelta, il rapporto si è diradato, ma voglio naturalmente conservare quella buona memoria conseguente ai nostri scambi di e mail di qualche anno fa. Quindi le mie considerazioni vogliono essere uno sguardo imparziale sulla situazione che si è venuta a creare.

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Studenti dell’Asia-Pacifico dialogano con Papa Francesco

(Acistampa).

“Building Bridges Across Asia Pacific” e’ un’iniziativa che riunisce studenti provenienti da tutta la regione dell’Asia-Pacifico per dialogare in piccoli gruppi, per esporre riflessioni sulle loro comuni preoccupazioni sociali. I rappresentanti degli studenti di questi gruppi hanno dialogato oggi con Papa Francesco via Zoom.

L’iniziativa è stata proposta dalla Loyola University Chicago insieme alla Pontificia Commissione per l’America Latina presso la Santa Sede.

All’incontro hanno partecipato e contribuito anche la Segreteria generale del Sinodo, il Dicastero per la Comunicazione, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, il Dicastero per l’Educazione e la Cultura e il Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari.

Gli studenti si stanno specializzando in un’ampia gamma di campi, tra cui teologia, psicologia, economia, fisica, legge, informatica, chimica, filosofia e altro ancora. L’incontro in diretta con il Papa si è svolto in inglese e spagnolo.

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Vaticano, delitto di scisma: i casi più noti

(LAPRESSE. Redazione)

Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha più volte criticato l’operato di Papa Francesco. Per questo motivo è accusato di scisma e il dicastero per la Dottrina della Fede ha convocato il 20 giugno l’ex nunzio invitandolo a presentarsi “per prendere nota delle accuse e delle prove” a suo carico. Il delitto di scisma – ossia un chiaro e netto distacco di comunità di fedeli dalla Chiesa cattolica, motivato da divergenze dottrinali o da dissensi con la sua gerarchia – è uno dei tre delitti ‘contra fidem’, insieme a eresia e apostasia. A occuparsi di questi delitti è la Congregazione per la Dottrina della Fede che “a norma dell’art. 52 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus, giudica, ai sensi dell’art. 2, i delitti contro la fede” e “previo mandato del Romano Pontefice” ha “il diritto di giudicare i Padri Cardinali, i Patriarchi, i Legati della Sede Apostolica, i Vescovi, nonché le altre persone fisiche”. In dettaglio, il delitto di scisma viene definito nel diritto canonico come “il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti” (can. 751 CIC). Si tratta dunque di un delitto non contro verità di fede come per l’eresia e l’apostasia, ma il negare il primato Papa o altre cause riguardanti direttamente l’unità della Chiesa cattolica. La pena prevista per questi delitti è la scomunica latae sententiae (a norma del can. 1364 CIC), fermo restando la rimozione dall’ufficio in caso di chierici (can. 194 º1 n.2). Qualunque fedele quindi può essere accusato di scisma. Ma nel caso in cui l’accusa sia rivolta a un religioso, la pena prevista è la scomunica o la dimissione dallo stato clericale.

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Caso Viganò, cos’è lo scisma. E cosa l’eresia

(Avvenire. Riccardo Maccioni ).

La vicenda dell’arcivescovo convocato dalla Dottrina della fede per le sue posizioni anti papa Francesco e anti Vaticano, occasione per riflettere su come la Chiesa affronta i suoi dissidi interni. La vicenda di monsignor Carlo Maria Viganò, l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti convocato dal Dicastero per la dottrina della fede perché accusato del delitto di scisma, riporta al centro della cronaca termini riguardanti la vita della Chiesa che magari non tutti conoscono. A cominciare proprio da scisma, parola che deriva dal greco “schisma” e significa divisione. E lo scisma infatti produce fratture, separazioni all’interno della Chiesa. Il Codice di diritto canonico lo definisce al numero 751 come «il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti». Tant’è vero, come riporta lo stesso Viganò sul suo account X, che egli dovrà rispondere di «affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di papa Francesco, rottura della comunione con lui e rifiuto del Concilio Vaticano II».

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