Francia. Roma blocca le ordinazioni dei preti tradizionali

(Silere non possum. Staff).

Mentre in numerose diocesi ci sono vescovi che affermano che “le unità pastorali e la chiusura di alcune parrocchie non sono il risultato di una mancanza di vocazioni ma la volontà di essere più uniti”, ci sono diverse comunità che non ottengono l’autorizzazione da Roma per poter procedere all’ordinazione presbiterale di quei giovani che si mettono a servizio della Chiesa di Dio. La lotta ideologica, come abbiamo spiegato in questo articolo, da parte di alcuni Dicasteri nei confronti di realtà legate alla Tradizione rischia di fare danni enormi alla Chiesa Universale. Se ci facciamo caso, non ci sono nel panorama italiano, vescovi che dicano con franchezza: “Sulle vocazioni sacerdotali stiamo sbagliando tutto”. No, guai a dirlo. La pressante preoccupazione di alcuni presuli è quella di coinvolgere i laici o, addirittura, ordinare uomini sposati. “Almeno diaconi”, si sente dire. Eppure, proprio Papa Francesco ha chiaramente spiegato nell’Esortazione Apostolica Querida Amazonia: «Nelle circostanze specifiche dell’Amazzonia, specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro. Ma hanno bisogno della celebrazione dell’Eucaristia, perché essa «fa la Chiesa», e arriviamo a dire che «non è possibile che si formi una comunità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia». Se crediamo veramente che è così, è urgente fare in modo che i popoli amazzonici non siano privati del Cibo di nuova vita e del Sacramento del perdono.

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I lefebvriani prendono le distanze da Viganò, accusato di scisma

(Avvenire. Gianni Cardinale).

L’ex nunzio spiega perché non si difenderà: «Non riconosco l’autorità del Dicastero». E la Fraternità San Pio X in una nota pone dei distinguo rispetto al caso del fondatore, Marcel Lefebvre. L’arcivescovo Carlo Maria Viganò – ex Nunzio negli Stati Uniti dopo aver ricoperto importanti incarichi in Vaticano – non intende difendersi dalle accuse di scisma per il quale è stato convocato dal Dicastero della Dottrina della Fede per un processo penale extragiudiziale. E continua nelle sue accuse alla “chiesa conciliare” e a Papa Francesco. Con toni e argomenti ai quali anche i seguaci dell’arcivescovo Marcel Lefebvre precisano di non voler essere associati. Monsignor Viganò era stato convocato per giovedì pomeriggio negli uffici del Dicastero. Oggi in una nota afferma: «Preciso di non essermi recato in Vaticano, di non avere intenzione di recarmi al Sant’Uffizio il 28 Giugno e di non aver consegnato alcun memoriale o documento a mia difesa al Dicastero, del quale non riconosco l’autorità, né quella del suo Prefetto, né di chi lo ha nominato».

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Quattro considerazioni di Aurelio Porfiri sul caso di Mons. Carlo Maria Viganò. Il comunicato dell’arcivescovo in risposta a “America”

(Korazym. Vik van Brantegem).

Per completezza di informazione, condividiamo il Comunicato diffuso oggi dall’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, preceduta da “quattro considerazioni sul caso di Mons. Carlo Maria Viganò”, una riflessione di Aurelio Porfiri che è stata pubblicata oggi dall’autore sul suo sito Traditio, per conoscere tutto su tradizione e tradizionalismo [QUI]. In molti stiamo seguendo la situazione che coinvolge Mons. Carlo Maria Viganò, arcivescovo italiano a processo da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede con la pesante accusa di scisma. Devo premettere che in passato ho avuto un rapporto molto cordiale con Mons. Viganò di cui ho anche favorito la pubblicazione di alcuni libri. Poi purtroppo, non per mia scelta, il rapporto si è diradato, ma voglio naturalmente conservare quella buona memoria conseguente ai nostri scambi di e mail di qualche anno fa. Quindi le mie considerazioni vogliono essere uno sguardo imparziale sulla situazione che si è venuta a creare.

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El Vaticano urge la prohibición absoluta de los “vientres de alquiler” y reitera que tener hijos “no es un derecho”

(Aciprensa. Almudena Martínez-Bordiú).

El Vaticano ha vuelto a denunciar la práctica de los vientres de alquiler durante un encuentro que tuvo lugar en la sede de la ONU (Organización de las Naciones Unidas) de Suiza. Gabriella Gambino, subsecretaria del Dicasterio para los Laicos, la Familia y la Vida, fue la encargada de moderar este acto organizado para concienciar sobre la necesidad de proteger a las mujeres y niños de toda forma de explotación. El evento se celebró bajo el título “¿A qué precio? Hacia la abolición de los vientres de alquiler: prevenir la explotación y la mercantilización de mujeres y niños” en el Palacio de las Naciones Unidas de Ginebra (Suiza). El encuentro ha sido organizado por la Misión Permanente de la Santa Sede ante las Naciones Unidas en Ginebra y la Fundación Caritas in Veritate. Como portavoz del Vaticano, Gambino afirmó que la maternidad subrogada supone “una grave violación de la dignidad y los derechos de las mujeres y niños”. De este modo, instó a la comunidad internacional “a reflexionar sobre la urgencia de establecer una prohibición absoluta”.

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La sorpresa. C’è un altro cardinale con l’età “ritoccata”

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(Avvenire. Gianni Cardinale).

Dopo il caso del kenyano John Njue, la cui data di nascita era stata corretta dal 1944 al 1946, tocca ora a Philippe Ouédraogo, del Burkina Faso: sarebbe nato nel 1945, ma a dicembre, non a gennaio. La Santa Sede “accorcia” l’età di un altro cardinale africano. Il sito ufficiale vaticano ha infatti recentemente precisato che il porporato Philippe Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou in Burkina Faso, è nato il 31 dicembre 1945. In passato invece, fino all’ultimo Annuario Pontificio pubblicato ad aprile, la data di nascita indicata era quella del 25 gennaio 1945. Il che vuol dire che il cardinale in questione compirà 80 anni, perdendo il diritto di voto in un eventuale Conclave, non all’inizio ma allo scoccare della fine del prossimo anno. Ouédraogo – arcivescovo di Ouagadougou dal 2009 al 2023 e creato cardinale da Papa Francesco nel 2014 – è il secondo caso di questo genere nel giro di pochi mesi. Proprio in occasione della pubblicazione dell’Annuario Pontificio 2024 era venuto alla luce un caso simile. Riguardante il porporato kenyano John Njue, arcivescovo di Nairobi dal 2007 – quando fu creato cardinale da Benedetto XVI – al 2021. Fino al 2023 Njue veniva segnalato come nato nell’anno 1944. Il che voleva dire che al termine di quest’anno avrebbe superato gli 80 anni e quindi sarebbe uscito dal novero dei porporati elettori in un eventuale Conclave.

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Il cardinale Zuppi rilancia lo spirito dei costituenti contro una politica “ridotta a spettacolo emotivo” 

(FarodiRoma. redazione) …

“La democrazia è il filo rosso che ha attraversato la storia del Paese dopo il totalitarismo fascista”. “La visione cristiana ha contribuito, insieme a quella comunista, a quella socialista e a quella liberale, alla straordinaria sintesi della Costituzione” che rappresentava “una alta condivisione di quello che univa”. All’ indomani di elezioni che hanno invece polarizzato i consensi in senso opposto a quell’arco costituzionale che ha indirizzato nei decenni precedenti la politica italiana, il card. Matteo Maria Zuppi, nella lectio magistralis tenuta al Link Campus di Roma e introdotta dal vaticanista Piero Schiavazzi, docente dell’ateneo privato, ha dato voce alle preoccupazioni che un tale risultato ha suscitato nei vescovi italiani, inquieti anche, e forse pure di più, per l’astensionismo che ha toccato il 52 per cento, una quota mai raggiunta. Il dato della scarsa partecipazione al voto “non può che preoccupare”. Non possiamo accettarlo come un dato ineluttabile. Risponde, infatti, a un’esigenza da parte dei cittadini di una maggiore democrazia, “non del contrario” ed è inaccettabile una cultura diffusa che disprezza o considera di poco conto la democrazia rappresentativa, frutto di una politica “ridotto a spettacolo emotivo”, ha sottolineato l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei nel suo intervento definendolo il sintomo di “una democrazia in difficoltà”. “Non dobbiamo accettare chi disprezza la democrazia rappresentativa”, ha detto ancora Zuppi.

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Vatican arrests ex-employee over sale of missing Bernini manuscript

(Reuters. Reuters staff).

Vatican police arrested a former employee for allegedly trying to sell to the city-state a 17th-century manuscript by Italian Baroque master Gian Lorenzo Bernini that had previously disappeared from archives, a Vatican spokesman said. Experts said the 18-page document, with gilded miniatures, contains the first details of the decorative features in the canopy of St. Peter’s Basilica designed by sculptor and architect Bernini.

Bernini is considered the leading master of Italian Baroque architecture in the 17th century and among his masterpieces is the colonnade that surrounds St. Peter’s Square. The suspect, who was arrested on May 27 on charges of attempted extortion, had worked for the Fabric of St. Peter, the institution responsible for the conservation and maintenance of St Peter’s Basilica. He remains in custody at the Vatican and has been questioned twice in recent days, the spokesman added. Vatican prosecutors will decide next week on whether he will be formally indicted.

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Il cerchiobottismo del Vaticano: dopo le aperture, si torna alla posizione tradizionale

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(Il Fatto Quotidiano. Valerio Pocar).

Qualche settimana fa il Papa regnante si è recato ai sedicenti Stati generali della natalità e ha tenuto un breve discorso nel quale ha accumulato alcune affermazioni per lui consuete: che la natalità soffre di egoismo e di materialismo, che mentre si riempiono di oggetti e non mancano gli animali di compagnia le case sono orbate dei figli, che l’età media della popolazione italiana (47 anni) è un dato negativo, che occorre valorizzare il ruolo dei nonni (dopotutto, hanno assicurato due generazioni! nda), che, per evitare il cosiddetto “inverno demografico”, occorre aiutare le giovani coppie ed evitare che la potenziali madri siano costrette alle scelta tra la procreazione e la cura della prole e la necessità o l’opportunità del lavoro (ovvio, ma bene, nda). Nel corso delle sue esortazioni se n’è uscito con una battuta – dettata, vogliamo sperare, dall’enfasi retorica del momento – e ha equiparato gli anticoncezionali alle armi da guerra, che avrebbero entrambi la funzione di troncare la vita. Sapevamo da un pezzo che al romano Pontefice gli anticoncezionali sono indigesti, ma paragonare le armi degli stermini in Ucraina o nella striscia di Gaza, per citare soltanto i casi a noi più prossimi, e quelle che troncano in giro per il mondo decine di migliaia e migliaia di vite attuali, alle “armi” che impediscono a creature mai nate e neppure concepite di venire al mondo sembra davvero un’affermazione semplicemente priva di senso.

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El papa Francisco: “Muchos sacerdotes están demasiado solos”

(Vida Nueva. José Beltrán).

El pontífice propone “tejer una fuerte red de relaciones” entre los curas, con los obispos, los religiosos y el pueblo para salvarles del “mar tormentoso de la vida”.

La Sala Clementina del Palacio Apostólico ha acogido esta mañana la audiencia del papa Francisco a los participantes en la Asamblea Plenaria del Dicasterio para el Clero. Ante los máximos responsable de velar por los sacerdotes de todo el planeta, con el cardenal prefecto Lazzaro You Heung-Sik al frente, Francisco admitió que  “muchos sacerdotes están demasiado solos, sin la gracia del acompañamiento”.



El pontífice reconoció además que los curas soportan “la carga de muchos esfuerzos” y “desafíos pastorales y espirituales que a veces no son fáciles”, más allá de los riesgos del clericalismo y de la mundanidad espiritual.

Sentirse hogar

Para solventar esta carencia, Francisco propuso “tejer una fuerte red de relaciones fraternas” con el obispo, los sacerdotes entre sí, las comunidades hacia sus pastores, los religiosos y religiosas, las asociaciones, los movimientos.  “Es esencial que los sacerdotes se sientan ‘en hogar’”, planteó. Estas relaciones son para Francsico “un salvavidas en el mar, a menudo tormentoso, de la vida personal y pastoral”.

En su alocución se detuvo en la importancia de la formación permanente de los sacerdote: “No podemos engañarnos pensando que la formación en el seminario puede ser suficiente si se sientan bases seguras de una vez por todas”. Para Jorge Mario Bergoglio, “estamos llamados a consolidar, fortalecer y desarrollar lo que tenemos en el seminario, en un camino que nos ayude a madurar en la dimensión humana, a crecer espiritualmente, a encontrar los lenguajes adecuados para la evangelización, a profundizar en lo que necesitamos. para abordar adecuadamente los nuevos problemas de nuestro tiempo”. Crisis vocacional: El Papa también se adentró en otro de los grandes retos de la Iglesia: el desplome de las vocaciones. “No podemos resignarnos a que para muchos jóvenes la hipótesis de una oferta radical de vida haya desaparecido del horizonte”, defendió el Sucesor de Pedro. “Al contrario -continuó-, debemos reflexionar juntos y permanecer atentos a los signos del Espíritu”. En su alocución, también abordó la ministerio del diaconado permanente. Francisco reconoció “todavía hoy cuestionamos a menudo su identidad específica”. Por ello, instó al Dicasterio a profundizar en las recomendaciones dadas en la primera sesión de la asamblea del Sínodo de la Sinodalidad como apostar “decididamente” por “la diaconía de la caridad y el servicio a los pobres”.

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“Basta repressione e respingimenti”. Dal Vaticano ancora pressioni sui migranti

(il Giornale. Francesca Galici).

Nuovo affondo del Vaticano sull’Europa per la questione migranti: all’Ue si chiede di aumentare la sua capacità di accoglienza perché “loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri”. Ancora una volta il Vaticano interviene sulla questione migranti per spingere sul principio di accoglienza indiscriminata. Stavolta a parlare è il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 110esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in programma il 29 settembre. “Oggi, piuttosto che respingere e reprimere chi è in cammino, dovremmo porre attenzione ai fattori di spinta e di richiamo che sono alla base della migrazione forzata“, ha dichiarato il porporato. Un’attenzione che dal governo Meloni è stata massima fin dall’insediamento, quando si è iniziato a discutere di un nuovo “piano Mattei” che prevede ampie elargizioni di denaro ai Paesi di partenza, ma anche di transito, dei migranti per permettere lo sviluppo dell’economia e, quindi, creare attrazione per chi non vuole lasciare il suo Paese. L’Italia, in questo progetto, ha coinvolto anche l’Europa, che sta partecipando attivamente proprio allo scopo di ridurre il numero di morti e l’immigrazione illegale. Per tale ragione il monito del cardinale arriva fuori tempo massimo, per altro senza mettere sul piatto della bilancia i rischi di una spinta incontrollata per la sicurezza e la stabilità dell’Europa. “Anche noi, se vivessimo simili pressioni, fuggiremmo. Allora, cerchiamo di vedere i migranti come fratelli e sorelle, siano essi costretti a fuggire o bloccati al confine, o entrambi i casi. I loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri”, ha proseguito.

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