Card. Zuppi: “Non vogliamo vivere una cultura del declino”

(SIR. M.Michela Nicolais).

Il card. Matteo Zuppi ha aperto i lavori dell’Assemblea della Cei paragonando lo scenario internazionale ad una Babele “segnata dalle ombre di guerre che non finiscono”. Preoccupazione per “lo stato di salute” dell’Italia, alle prese con la povertà e l’inverno demografico. Il “grazie” del Papa e il Cammino sinodale. L’appello per un rapporto più proficuo con il mondo della cultura.

“Non vogliamo vivere una cultura del declino”. Nella sua introduzione ai lavori della 79ª Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 23 maggio, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha tracciato l’indicazione di rotta per affrontare i problemi del Paese, il cui “stato di salute” desta “particolare preoccupazione”. La povertà divenuta “fenomeno strutturale”, l’inverno demografico, il dovere dell’accoglienza messo in pericolo da possibili abusi e mancanza di legalità, la necessità di un rapporto più proficuo con il mondo della cultura, i temi segnalati sul versante interno. L’immagine usata dal presidente della Cei per lo scenario internazionale è quella di una.

Nell’ultima fase del Cammino sinodale, dedicata alla profezia, particolare spazio – ha annunciato il presidente della Cei – verrà dato alla domanda spirituale dei giovani, tra i protagonisti anche della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio, con la presenza di Papa Francesco e del presidente Mattarella.

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Papa Francesco: “pregare per la pace, in questo tempo di guerra mondiale”

(SIR. M.Michela Nicolais).

Il Santo Padre ha concluso il ciclo di catechesi sulla virtù dedicando la catechesi all’umiltà: “Dove non c’è umiltà c’è guerra, discordia, divisione”. Al termine, un appello a “pregare per la pace, in questo tempo di guerra mondiale”. All’Italia: “C’è scarsità di vocazioni”.

“Dove non c’è umiltà c’è guerra, c’è discordia, c’è divisione”. Lo ha detto, a braccio, Papa Francesco, al termine della catechesi dell’udienza di oggi, dedicata all’umiltà, l’ultima del ciclo sulle virtù, dedicata all’umiltà, “una virtù che non fa parte del settenario di quelle cardinali e teologali, ma che è alla base della vita cristiana a conclusione del ciclo di catechesi sulle virtù. “L’umiltà è tutto”, ha affermato Francesco: “È ciò che ci salva dal Maligno, e dal pericolo di diventare suoi complici. È la fonte della pace nel mondo e nella Chiesa. Dio ce ne ha dato l’esempio in Gesù e in Maria, e l’umiltà è proprio la via, il cammino, la salvezza”. Durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha chiesto di pregare per le vocazione e la vita consacrata, partendo da una consapevolezza: “c’è scarsità di vocazioni in Italia”. Poi l’appello a “pregare per la pace, in questo tempo di guerra mondiale”: “Preghiamo per la pace. Abbiamo bisogno di pace. Il mondo è in guerra. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, che sta soffrendo tanto”, l’elenco: “Non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele: che si fermi questa guerra! Non dimentichiamo il Myanmar e non dimentichiamo i tanti Paesi in guerra”.

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Diaconato femminile. Papa Francesco potrebbe istituirlo solo se non implicasse il sacramento dell’Ordine

(Faro di Roma).

Papa Francesco potrebbe accettare l’istituzione delle donne diacono solo se tale ministero fosse distinti dal primo grado del sacramento dell’Ordine. «Se si tratta di diaconi con l’Ordine Sacro, no», ha chiarito all’emittente statunitense Cbs.

Infatti, ha spiegato, «le donne hanno sempre avuto la funzione di diaconesse senza essere diaconi. Le donne sono di grande servizio come donne, non come ministri all’interno dell’Ordine Sacro». Per Francesco, insomma, «fare spazio alle donne nella Chiesa non significa dare loro un ministero».

Papa Bergoglio ha istituito due commissioni, la prima nel 2016 e la seconda nel 2020, perché la questione fosse ricostruita dal punto di vista storico e si verificasse se e in che modo esistessero donne diacono nella Chiesa primitiva.

Come è noto la richiesta di donne diacono è stata avanzata dai fedeli di varie parti del mondo, nelle consultazioni che hanno preceduto gli ultimi sinodi. Tanto che la questione, almeno formalmente, è rimasta aperta. Nell’ultimo Sinodo, alla fine di ottobre, i vescovi hanno approvato una relazione finale che diceva, tra l’altro: «Si prosegua la ricerca teologica e pastorale sull’accesso delle donne al diaconato, giovandosi dei risultati delle commissioni appositamente istituite dal Santo Padre e delle ricerche teologiche, storiche ed esegetiche già effettuate. Se possibile, i risultati dovrebbero essere presentati alla prossima Sessione dell’Assemblea».

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Il Cardinale Zenari: “Siamo tutti coinvolti nella costruzione della pace”

(Acistampa. Marco Mancini).

Sabato scorso a Verona, ad ascoltare il Papa all’Arena vi era anche il Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria. Al porporato, nativo della provincia di Verona, Aci Stampa ha chiesto un commento al discorso pronunciato dal Pontefice.

Il Papa parla molto chiaramente e ci ha anche un po’ svegliati. Qui lui ha incoraggiato una pace che deve partire anche dal basso, soprattutto dal basso con il popolo che deve essere l’attore principale della pace, non solo i leaders. Portare avanti la voce della gente, che è una voce di pace. Abbiamo visto le testimonianze qui, degli esempi molto toccanti: è possibile! La gente, il popolo, ama la pace, i politici, i leaders ascoltino il popolo.

Si torna a quell’artigianato di pace di cui il Papa parla molto spesso…

E’ chiaro. Siamo tutti coinvolti nella costruzione della pace. Costruire la pace in piedi, come ha detto il Papa. Io vorrei aggiungere anche un’altra cosa: è da 15 anni che sono in Siria, bisogna prevenire i conflitti e non agire dopo quando tutto è distrutto, ma prevenire le guerre. Certi conflitti sono prevedibili. Quello mediorientale ora in corso era prevedibile. Bisogna muoversi prima.

E l’arma – per così dire – è quella del dialogo?

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El Papa Francisco hace fuerte crítica a la eutanasia: “Nunca es una fuente de esperanza”

(Aciprensa. Walter Sánchez Silva).

El Papa Francisco aseguró que la eutanasia “nunca es una fuente de esperanza ni una preocupación genuina por los enfermos y moribundos”, en su discurso enviado al Simposio internacional interreligioso sobre cuidados paliativos, que se realiza en Toronto (Canadá) del 21 al 23 de mayo, bajo el lema “Hacia una narración de esperanza”.

“Es la esperanza la que nos da la fuerza para afrontar los interrogantes que nos plantean los retos, las dificultades y las preocupaciones de la vida. Esto es aún más cierto cuando nos enfrentamos a una enfermedad grave o al final de la vida”, indicó el Santo Padre a los participantes del evento, patrocinado por la Pontificia Academia para la Vida y la Conferencia Episcopal Canadiense.

El Papa Francisco destacó que aquellos “que han experimentado la incertidumbre que suele acompañar a la enfermedad y a la muerte necesitan el testimonio de esperanza que les dan quienes les cuidan y permanecen a su lado”.

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Here’s what Pope Francis said in his ‘60 Minutes’ interview

(CNA. Daniel Payne).

In his first in-depth interview with a U.S. broadcast network, Pope Francis addressed a wide range of topics, including the war in Ukraine, antisemitism, and U.S. immigration policy. 

A portion of the full interview, which will air Monday evening on CBS, aired Sunday evening on the network’s flagship magazine program, “60 Minutes.”

In the segment, the pope answered questions from “CBS Evening News” anchor Norah O’Donnell through a translator. CNA translated Pope Francis’ answers below from the original Spanish.

On the threat of famine in Gaza ahead of World Children’s Day: 

“[The threat is] not just in Gaza. Think of Ukraine. Many kids from Ukraine come here. You know something? That those children don’t know how to smile? I’ll say something to them [mimics smile]… They have forgotten how to smile. And that is very painful.”

On wars in Ukraine and elsewhere:

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Las clarisas de España y Portugal se desvinculan de las monjas de Belorado

(Vida Nueva. Mateo González Alonso).

La Confederación de clarisas de España y Portugal se desmarcan totalmente de las monjas de Belorado y Orduña tras su declaración contra la Iglesia de Roma. La entidad que agrupa las federaciones de monasterios de las Hermanas Pobres señala que si estas monjas “reconocen su error y vuelven”, se las acogerá nuevamente.

Totalmente desvinculadas

En un comunicado han mostrado claramente su postura. “Estamos totalmente desvinculadas de la decisión tomada por estas hermanas y no tenemos nada que ver con esas opciones. Son exclusivamente del Monasterio de Belorado-Orduña”, señalan.

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La junta militar bombardea una iglesia católica en Myanmar

(Alfa y Omega. Victoria Isabel Cardiel C.),

Los militares que se hicieron con el poder en febrero del 2021 controlan el país con mano de hierro. Los ataques contra los lugares de culto también son frecuentes.

Tres años después del golpe de Estado que restableció el gobierno militar en Myanmar, el país vive inmerso en una guerra civil. Los rebeldes siguen luchando contra el Tatmadaw, como se conoce a la junta militar del país cuya pretensión de poder está respaldada por China y que reprime cualquier resistencia con puño de hierro. Desde febrero del 2021, los soldados han incendiado más de 88.375 viviendas lo que ha provocado la huida de cientos de personas que se han quedado sin hogar.

Los ataques a lugares de culto también son frecuentes. El pasado 11 de mayo 32 personas murieron en los ataques contra varios monasterios budistas en una población del centro del país, según testigos presenciales y medios locales recogidos por Europa Press. La mayoría de las víctimas fueron asesinadas a tiros en dos monasterios budistas en la aldea del municipio de Myinmu, en la región de Sagaing, donde se estaban refugiando de los militares.

Además, los bombardeos aéreos del ejército regular birmano alcanzaron esa misma semana una iglesia católica y una iglesia bautista en el pueblo de Lungtak, en el territorio de la ciudad de Tonzang, en el estado birmano de Chin, situado en la parte occidental de Myanmar. Según informaron entonces fuentes locales a la Agencia Fides, la iglesia católica bombardeada está bajo la jurisdicción de la diócesis de Kalay. El sacerdote local, el padre Titus En Za Khan, logró escapar junto con los fieles, quienes se refugiaron en los bosques circundantes. «La violencia sigue afectando a la población civil, sobre todo en el territorio de Sagaing, parte del cual pertenece a la diócesis de Kalay», declaró a la Agencia Fides una fuente católica local.

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Alertan de que el régimen iraní puede endurecer aún más su mano tras la muerte de Raisí

(Alfa y Omega. María Martínez López).

La organización Artículo 18, en defensa de la libertad religiosa, matiza que «el poder real está en el líder supremo» pero espera que el accidente debilite aún más al régimen.

Los defensores de los derechos humanos en Irán no prevén grandes cambios tras la muerte del presidente, Ebrahim Raisí, y el ministro de Exteriores, Hosein Amir Abdolahian, el pasado domingo en un accidente de helicóptero. Steve Dew-Jones, portavoz de la organización Artículo 18, que defiende la libertad religiosa en el país, relata a Alfa y Omega que más allá de las muestras de duelo en las calles, algunos iraníes «celebraron la muerte de Raisí y sus compañeros lanzando fuegos artificiales en algunas ciudades, incluida su localidad de origen, Mashhad».

Al mismo tiempo, «ya hay informaciones de un endurecimiento aún mayor de la seguridad». Ve «probable que el régimen busque aferrarse aún con más fuerza al poder con una renovada mano dura contra cualquier forma de disenso». Ya ha ocurrido en los últimos meses «con el regreso a las calles de la llamada Policía de la moral, a la que se ha grabado asaltando brutalmente y deteniendo a mujeres por llevar el hiyab de forma “impropia”». Era la respuesta del régimen de los ayatolás al movimiento Mujer, Vida, Libertad, que desde otoño de 2022 protesta por la muerte de la joven Jina Mahsa Amini.

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Activistas exigen al Papa que se posicione contra la tauromaquia

(Alfa y Omega. Ester Medina).

Organizaciones antitaurinas piden al Pontífice en un comunicado que condene las corridas de toros, mientras que expertos en doctrina católica ponen el foco en «el diálogo y no la condena»

«La tauromaquia es un pecado. Pídele a tu sacerdote que la condene», es el lema de la campaña liderada por la organización Personas por el Trato Ético de los Animales (PETA). Después de desplegar anuncios en prensa y vallas publicitarias de Italia, han sacado un comunicado en el que piden al Papa Francisco que condene las corridas de toros y las denuncie como un espectáculo «cruel y anticristiano».

La organización argumenta que la tortura y muerte de animales en nombre de celebraciones religiosas son incompatibles con los principios de piedad y caridad cristiana. En el contexto de esta campaña, la plataforma La tortura no es cultura, que aglutina a 47 organizaciones contra el maltrato animal en espectáculos públicos, ha recordado que la tauromaquia fue prohibida en 1567 por el Papa Pío V a través de la bula De Salutis Gregis Dominici. En declaraciones a Europa Press, han indicado que esta bula nunca llegó a ser derogada y que en el documento dice que «quedan prohibidas las corridas de toros, ya sean en honor de los santos o de alguna solemnidad de la Iglesia».  

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Do synod reports show a real consensus on women deacons?

(The Pillar. Luke Coppen).

The deadline passed this week for the world’s bishops’ conferences to submit feedback ahead of this October’s session of the synod on synodality.

A handful of territories have posted their reports online, including AustraliaAustriaLuxembourg, and Switzerland

There’s a striking convergence in those four reports: they all suggest there is significant support for the admission of women to the diaconate among Catholics in their countries.

Why are the reports addressing the topic of women deacons in the first place? What exactly are they saying? And how significant are they likely to be?

Why do the feedback reports address women deacons?

After the synod on synodality’s first session in Rome in October 2023, the General Secretariat of the Synod — the Vatican body overseeing the global synodal process — asked local Churches to offer feedback.

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Arab League ambassador: Patriarch Pizzaballa ‘not necessarily’ well received

(The Pillar. Filipe D’Avillez).

An Arab League ambassador said this week that Latin Patriarch of Jerusalem Pierbattista Pizzaballa has “not necessarily” been well-received by Arab Christians in the role that he has occupied since 2020.

“There are different opinions, but I think we would have preferred to have an Arab prelate,” said diplomat Malek Twal, the ambassador of the Arab League in Spain.

He told The Pillar that while Pizzaballa “tried at the very beginning” to serve as a mediator in the current conflict in the Middle East, his efforts were “without any concrete results.” 

Pizzaballa was appointed by Pope Francis as Latin Patriarch of Jerusalem four years ago. The role, which serves Latin Rite Catholics in Cyprus, Jordan, Israel and Palestine, had previously been held by Archbishop Fouad Twal, uncle of Malek Twal, who retired in 2016. 

Before his appointment as patriarch, Pizzaballa had spent years working in the Holy Land, including most recently as apostolic administrator of the patriarchate he currently heads.

Shortly after the mass-casualty terrorist attacks on Israel on October 7 last year, Pizzaballa made headlines by saying he was willing to take the place of Israeli hostages being held in Gaza by the Islamist group Hamas.

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Cardinal Hollerich and synodal inevitability

(The Pillar. Ed Condon)

The relator-general of the global synod on synodality, Cardinal Jean Claude Hollerich, backed this week the incremental and “tactful” progress towards the ordination of women to the priesthood.

The cardinal, who is also Archbishop of Luxembourg, was appointed by Pope Francis to oversee the collection and synthesis of discussion and responses during the multi-year synodal process, due to reconvene in Rome in October.

Hollerich’s call for “patient” discussion towards women’s sacramental ordination runs contrary both to Francis’ affirmation that such ordinations are impossible and that the synod should not be treated as a venue for debating doctrinal change.

But if Hollerich is allowed to continue uncorrected in his role, many might question the integrity of the entire synodal process — and even the pope’s sincerity about his intentions for it.

Speaking to the official media portal of the Swiss bishops’ conference May 17, the cardinal from Luxembourg said that the campaign for the sacramental ordination of women needed to show some “tact and patience” if they wanted to see “real solutions.”

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Pope Francis: Young people ‘can break the chains of antagonism’ between Catholics, Orthodox

(CNA. Almudena Martínez-Bordiú).

Pope Francis has placed in young people his hope that Catholics and Orthodox may be “united in diversity” and “break the chains” of antagonism, misunderstanding, and prejudice that have kept them prisoners for centuries.

In a Thursday audience, the Holy Father received the director-general of the Apostolikí Diakonía of the Orthodox Church of Greece, Metropolitan Agathangelos, and a delegation from the Theological College of Athens.

The Apostolikí Diakonía is the official publishing house and missionary arm of the Orthodox Christian Church of Greece. Since 1936 it has published hundreds of books on Christian theology and tradition, Orthodox spirituality, and biblical studies.

At the beginning of his talk given at the Apostolic Palace of the Vatican, the Holy Father expressed his gratitude for the collaboration between Apostolikí Diakonía and the Dicastery for the Promotion of Christian Unity.

He also addressed a particular greeting to the archbishop of Athens and all Greece, His Beatitude Ieronymos II, who was present at the audience and whom the pontiff described as “a man of deep faith and a wise pastor.”

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Filipino bishop decries divorce reforms as a blow to family and society

(The Catholic Herald)

As the Philippines moved closer to legalising divorce , a leading Catholic bishop has warned politicians that “divorce weakens the fabric of society.”

The House of Representatives of the Philippines this week approved House Bill 9349, which would legalise absolute divorce in the predominantly Catholic Asian country.

The Philippines is the world’s only country without a divorce law – excluding the Vatican – since Malta legalised the practice in 2011.

“I urge members of Congress to reconsider the proposed divorce bill and instead focus on promoting policies and programs that support marriage, strengthen families, and protect the well-being of all members of society,” said Bishop Alberto Uy of Tagbilaran in the central Philippines of the central Philippines, in an interview Catholic-run Radio Veritas on May 16.

The bishop said a “society that values strong, stable families is a thriving society”.

“Divorce weakens the fabric of society by eroding the foundation of the family unit. It leads to social fragmentation, increased poverty, and a host of other societal ills. By promoting divorce, we are contributing to the breakdown of social cohesion and the erosion of moral values,” Uy said.

Father Jerome Secilliano, executive secretary of the Catholic Bishops’ Conference of the Philippines-Permanent Committee on Public Affairs, said there is no need for divorce in the country.

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El SJR critica la propuesta de 15 países de la UE de externalizar la política de asilo

(Afa y Omega. Rodrigo Moreno Quicios).

Más de la mitad de Estados miembro ha pedido enviar a terceros países seguros tanto a los solicitantes de asilo como a quienes estén a la espera de ser devueltos a su país de origen.

La externalización de fronteras va en contra del compromiso que hemos firmado en la Convención de Ginebra de proteger a los refugiados», denuncia Alberto Ares, director del Servicio Jesuita a Refugiados (SJR) Europa, en conversación con Alfa y Omega. Critica así el llamamiento de 15 Estados miembros de la UE, encabezados por Dinamarca, para desarrollar la externalización de la política de migración y asilo y ante el que su institución se ha movilizado con la campaña Estimado Parlamento Europeo

Los 15 países europeos —más de la mitad del total— argumentan que el aumento «insostenible» de las «llegadas irregulares de migrantes» observado en los últimos años justifica pensar «fuera de lo común». «Si queremos seguir esforzándonos por romper las estructuras de incentivos que impulsan los movimientos migratorios irregulares y los viajes peligrosos hacia Europa, son necesarios esfuerzos complementarios», añaden.

La carta, fechada el 15 de mayo, pero hecha pública el pasado jueves, está dirigida a los altos funcionarios de la Comisión Europea. Además de Dinamarca, cuenta con el respaldo de Bulgaria, la República Checa, Estonia, Grecia, Italia, Chipre, Letonia, Lituania, Malta, los Países Bajos, Austria, Polonia, Rumanía y Finlandia, lo que refleja un consenso entre diferentes partidos.

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Interview: Former Catholic Union chairman becomes Lord Mayor of Westminster

(The Catholic Herald).

A practicing Catholic and former Catholic Union chairman, the new Lord Mayor is 63, and his wife Emiko will be the first ever Japanese Lady Mayoress. Cllr Rigby, who studied at Ampleforth College, has lived in St John’s Wood for more than 35 years and spent his working life in sales and marketing within the travel industry, including 20 years with Japan Airlines (during which time he met his wife Emiko).

The Lord Mayor’s chaplain will be Father Christopher Colven, past Rector of St James’s Church, Spanish Place, in Marylebone. Fr Colven is currently the Catholic Chaplain to the Houses of Parliament.

The Lord Mayor chose to speak to the Catholic Herald about his appointment and what he plans to do in the role.

For the uninitiated, what does a Lord Mayor of Westminster actually do?

In a typical year the Lord Mayor of Westminster attends around 500 engagements across the eight square miles of the City aiming to reach the whole of the community, and hosts up to 40 events. The role is about honouring the people of Westminster and acknowledging and applauding their hard work. It is about celebrating local success and recognising achievements. The Lord Mayor has the opportunity to thank people and organisations, on behalf of the city.

Along with openings, unveilings, tree plantings, receptions and award ceremonies, the Lord Mayor engages with schools, care homes, businesses, faith groups, youth organisations, sports and community groups across the City.

Ceremonial and big ticket events include: banquets and receptions at Buckingham Palace, Trafalgar Square Christmas Tree and the annual visit to Oslo to fell the tree, services at Westminster Abbey and Remembrance events across Westminster.

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Suore abusate da preti: una piaga nascosta da denunciare

(La Nuova Bussola Quotidiana. Nico Spuntoni)

Non c’è solo Rupnik: i casi di violenza di consacrati su suore sono un fenomeno nascosto che non si vuole denunciare. «Le suore avvicinano il pastore per un aiuto spirituale, poi subentra la manipolazione e molto spesso l’abuso spirituale e quello sessuale vanno di pari passo». La Bussola intervista suor Mary Lembo, che ha intervistato diverse suore, alcune delle quali hanno lasciato l’abito. 

Quando si sente menzionare la sporcizia nella Chiesa il pensiero va subito al capitolo degli abusi su minori commessi da sacerdoti. C’è però un capitolo meno conosciuto e forse più diffuso di quello che vede i più piccoli come vittime di preti infedeli: gli abusi sulle suore. L’uso dell’avverbio di dubbio è reso necessario dall’assenza di numeri precisi su questo fenomeno che in molti casi trae vantaggio da una distorsione del voto di obbedienza.

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Washington bishops vs. state AG: Who has a point?

(The Pillar. Ed. Condon).

The Washington state attorney general is seeking a court order to enforce a sweeping subpoena of Church records from the state’s three dioceses, claiming the bishops are obstructing an investigation into historical instances of clergy sex abuse.

The Archdiocese of Seattle and the Dioceses of Spokane and Yakima have issued blunt responses, insisting the AG is acting unconstitutionally and has rejected good faith offers to cooperate.

Washington is the twenty-third state AG’s investigation into Catholic dioceses, and similar investigations elsewhere have generated pushback from bishops, Church officials and lawyers — including allegations of political targeting of the Church, unconstitutional behavior, and political posturing. 

But in other instances, those investigations have also led to the painful uncovering of decades of mishandling of cases, cover ups, and major settlements for victims.

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