Unità dei cristiani: card. Koch, “continuare il dialogo sull’infallibilità”

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(SIR Agenzia d’informazione),

“Tutti parlano dell’infallibilità del Papa, ma al Concilio Vaticano II si è detto dell’infallibilità della Chiesa”. A precisarlo è stato il card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, rispondendo alle domande dei giornalisti, durante la presentazione – in sala stampa vaticana – del Documento di studio “Il vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte
all’enciclica ‘Ut unum sint’”. “Il Papa non può avere altra infallibilità che la fede della Chiesa cattolica”, ha ricordato il cardinale: “E’ colui che può interpretare, annunciare questa infallibilità della Chiesa. Può dire: “Non è la mia infallibilità, ma io pronuncio l’infallibilità della Chiesa’. Nel caso dei dogmi dell’ Immacolata Concezione e dell’Assunzione di Maria, ad esempio, “prima di proclamare i dogmi hanno chiesto a tutti i vescovi del mondo”. “Continuare il dialogo, per l’interpretazione autentica della Chiesa”, l’auspicio di Koch.

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El Vaticano da el primer paso para aclarar el dogma de la infalibilidad papal

(ABC. Javier Marinez-Brocal).

El Vaticano estudia preparar un «comentario oficial» para aclarar qué significa el dogma de la infalibilidad papal. Se trata de una decisión reclamada por los cristianos no católicos, que abriría el camino a reconocer en el sucesor de Pedro una autoridad común. Según propone la Santa Sede, la idea sería «aclarar la terminología adoptada, que a menudo sigue siendo equívoca y se presta a malentendidos, por ejemplo: jurisdicción ordinaria, inmediata y universal; infalibilidad; gobierno; autoridad suprema y poder» del Papa.

La propuesta ha sido publicada en un documento oficial del Dicasterio para la Unidad de los Cristianos, aprobado explícitamente por el Papa Francisco y presentado en una rueda de prensa en el Vaticano, lo que puede interpretarse como una confirmación de que esta cuestión se afrontará en un futuro cercano.

«Es una propuesta», adelantó el cardenal Kurt Koch, responsable del diálogo entre el Vaticano y las Iglesias cristianas. «La idea es subrayar que cuando el Papa invoca la infalibilidad, no es una cualidad de su persona sino ligada a la infalibilidad de la Iglesia, pues antes de proclamar un dogma consulta a todos los obispos».

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Papa Francesco al G7, dieci bilaterali e un discorso sull’intelligenza artificiale

(AciStampa.  Andrea Gagliarducci).

Ci sarà anche un bilaterale con il presidente ucraino Volodymir Zelensky nel fitto programma di Papa Francesco al G7, e il già annunciato incontro con il presidente USA Biden. Ma il dato forse più interessante è il bilaterale previsto con il presidente turco Recep Tayip Erdogan – una telefonata tra i due c’era stata a ottobre 2023, dopo l’inizio del conflitto a Gaza – e quello previsto con il primo ministro indiano appena rieletto Narendra Modi, che il Papa aveva incontrato nell’ottobre 2021, al culmine dei problemi causati in India dalle leggi anticonversione. In tutto, dieci bilaterali (otto presidenti, un capo di governo, un direttore generale), moltissimi argomenti di cui spaziare e un tema – l’intelligenza artificiale – su cui la Santa Sede lavora da decenni, anche quando ancora non si chiamava così. Il programma di Papa Francesco a Borgo Egnazia copre tutto il pomeriggio, e vede due turni di incontri bilaterali. Il Papa parte in elicottero alle 11 dal Vaticano per atterrare a Borgo Egnazia alle 12.30, accolto dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. Quindi, primo round di incontri bilaterali. Il Papa parlerà con il Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva, poi con il presidente ucraino Volodymir Zelensky, quindi con il presidente di Francia Emmanuel Macron e con il presidente del Canada Justin Trudeau. Quindi, il Papa arriverà ufficialmente al G7, con accoglienza ufficiale prevista alle 14.05 e discorso previsto alle 14.15. Papa Francesco ascolterà anche gli interventi successivi, fino alle 17.30, quando i partecipanti nella sessione – che è la cosiddetta sessione outreach, dedicata agli invitati al di fuori del G7 – faranno una foto di gruppo.

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Patriarca d’Occidente: il perché è stato riutilizzato questo titolo del Papa nell’ultimo documento ecumenico

(Andrea Gagliarducci. ACI Stampa).

Era tornato in sordina, senza alcun annuncio né spiegazione, il titolo di Patriarca di Occidente associato al Papa. E la spiegazione della scelta si trova nell’ultimo documento licenziato dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Primato e Sinodalità nei Dialoghi Ecumenici e nelle risposte all’enciclica Ut Unum Sint.

Si tratta di un documento dalla lunga gestazione, una sorta di sommario ragionato di tutti i dibattiti ecumenici e delle varie commissioni e sottocommissioni di dialogo che si sono stabilite e delineate in questi ultimi anni di ecumenismo, e di come il dibattito abbia avuto nuova linfa dall’idea di una forma rinnovata dell’esercizio del Ministero Petrino contenuta nell’enciclica Ut Unum Sint di San Giovanni Paolo II. Ma il documento prevede anche una parte finale, che ne è poi il vero cuore: 30 punti per definire le proposte concrete del dicastero per andare davvero verso questa nuova forma di esercizio del ministero petrino, e quattro raccomandazioni, che vanno dalla ricomprensione ed eventuale riformulazione di alcuni insegnamenti del Concilio Vaticano I.

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Francisco pone sobre la mesa (ecuménica) el (intocable) primado del Papa

(Mateo González Alonso. Vida Nueva).

La recuperación, en el ‘Anuario Pontificio’, del título de “patriarca de occidente” para el Papa suscitó una nueva reflexión sobre los títulos del pontífice. Una propuesta que va más allá en los “diálogos ecuménicos” en el documento del Dicasterio para la Promoción de la Unidad de los Cristianos titulado ‘El obispo de Roma’, un texto de unas 140 páginas en el que se expone “todo el debate ecuménico sobre el servicio del primado en la Iglesia desde el Concilio Vaticano II” ante la constatación del papa Francisco de que “hemos avanzado poco en este sentido”.

En el contexto sinodal, el dicasterio ha propuesto un documento de estudio, nada definitivo, pero aprobado directamente por el papa Francisco en marzo de 2024 tras un trabajo de tres años con diferentes expertos. Partiendo del documento conciliar ‘Ut unum sint’ –“momento crucial” para la conciencia ecuménica– se analizan la problemática generada en torno al primado papal en sintonía con temas como los dogmas del primado de jurisdicción universal y de la infalibilidad de cara a una propuesta concreta “Hacia un ejercicio del primado en el siglo XXI” para “un ejercicio renovado del ministerio de unidad del Obispo de Roma reconocido por unos y otros”.

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