Note storiche, come il Vaticano ha gestito il Patrimonio dopo il 1870?

(Acistampa. Angela Ambrogetti).

Proseguiamo nell’illustrare la struttura economica e finanziaria della Sante Sede e si arriva a quella che ha origini più antiche, anche se ha avuto molte revisioni. Si tratta dell’ Ufficio cui spetta amministrare i beni di proprietà della Santa Sede, nato  ai tempi di Leone XIII, ma poi strutturato  da Paolo VI. LAmministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica è stata costituita con la Costituzione Apostolica Regimini Ecclesiae Universae del 15 agosto 1967. La Costituzione Apostolica di San Giovanni Paolo II Pastor Bonus del 28 giugno 1988 ne tratta agli articoli 172 e 173, come modificati dal Motu Proprio di Papa Francesco dell’8 luglio. 2014, che ha anche abrogato gli articoli. 174 e 175. Grazie alle Note storiche dell’ Annuario Pontificio sappiamo che l’ APSA si occupa dei beni di proprietà della Santa Sede, e  e di quelli ad essa affidati da altri enti della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all’adempimento delle funzioni della Curia Romana. L’Ufficio è presieduto da un Presidente, assistito da un determinato numero di Cardinali, e coadiuvato da un Segretario. “Leone XIII con Chirografo nel 1878 nominava il Cardinale Nina, Suo Segretario di Stato, Prefetto dei Sacri Palazzi e Amministratore del Patrimonio rimasto alla Santa Sede dopo il 1870.

Tra il 1880 e il 1883 nominava una Commissione di Cardinali per sovrintendere con voto consultivo all’Amministrazione dell’Obolo e del Patrimonio della Santa Sede. Finalemente nel 1891 lo stesso Leone XIII affidava alla Commissione la diretta amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, con incarico di estendere le sue cure a tutti gli altri rami ed affari economici ad essa attinenti, stabilendo che la stessa Commissione continuasse ad amministrare liberamente il Patrimonio anche in tempo della Sede Vacante e rimanesse fornita delle sopraddette facoltà fino a che non fosse disposto diversamente”.

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