No a tatuaggi, piercing, convivenze e fotocopie. La stretta nella Basilica del Papa

(Il Giornale. Nico Spuntoni).

Il dinamismo legislativo, ormai tratto caratterizzante dell’attuale pontificato, non si è fermato nella festa di San Pietro e di San Paolo. Gli ennesimi provvedimenti annunciati nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede di ieri consistevano in un Chirografo, un Rescritto, Statuti e Regolamenti del Capitolo della Basilica Papale e della Fabbrica di San Pietro in Vaticano. A catturare l’attenzione dei media è stato soprattutto il regolamento del personale della Fabbrica di San Pietro. Le regole. Alla Fabbrica di San Pietro spetta il compito di occuparsi di tutto ciò che riguarda la Basilica di San Pietro. Al personale è intanto richiesto di “professare la fede cattolica e vivere secondo i suoi principi“. Una richiesta che implica, come specificato nel regolamento pubblicato ieri, “osservare una esemplare condotta religiosa e morale, anche nella vita privata e familiare, in conformità alla dottrina della Chiesa”.

Continue reading

“Non bastano gli influencer per parlare ai giovani La Chiesa scelga una terapia choc”

(il Giornale. Serena Sartini).

Il cardinale Gianfranco Ravasi: “Bisogna trovare un linguaggio più pertinente, che sia provocante. Sui temi etici non bisogna sciogliere la dottrina solo per avvicinarsi ai ragazzi”. Indifferenza, impazienza e inquietudine: tre «i» che rappresentano i tre mali di oggi per i giovani. La Chiesa ha davanti grandi sfide: un linguaggio sempre più contemporaneo sui temi etici, senza cedere nei principi ma mettendo le nuove generazioni di fronte a stimoli forti, per «formare» e non solo «informare» i ragazzi; il rapporto con i social, il ruolo della politica, con uno sguardo alla nuova Ue che si sta formando. Parla al Giornale il cardinale Gianfranco Ravasi, fine teologo, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, autore per le Edizioni San Paolo del volume Cuori inquieti – I giovani nella Bibbia, che fa parte della collana «BUC, Il potere delle parole», la nuova edizione della Biblioteca Universale Cristiana, da domani nelle librerie.

Continue reading

Neanche da morto lasciano in pace Ratzinger: la “caccia” agli eredi per il processo non è finita

(Il Giornale. Nico Spuntoni).

Benedetto XVI non era particolarmente amato da una parte dell’opinione pubblica tedesca. La morte, avvenuta ormai un anno e mezzo fa, non ha fatto sparire del tutto questo sentimento. Emblematica è la vicenda della causa civile intentata contro di lui nell’estate del 2022 da una vittima dall’ex prete Peter Hullermann, condannato nel 1986 per pedofilia e che si era segnalato per episodi analoghi nel 1979 mentre operava nella diocesi di Essen. Nel 1980 Hullermann, inviato a seguire una terapia psicoterapeutica in zona, chiese ospitalità all’arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Nel corso di una riunione, l’allora cardinale arcivescovo Joseph Ratzinger acconsentì alla concessione di un alloggio ma imponendo che il sacerdote non venisse utilizzato per le attività pastorali. Questo divieto di Ratzinger, tuttavia, non venne rispettato e Hullermann tornò a molestare dei minorenni. Di questa negligenza si assunse la responsabilità l’allora vicario generale Gerhard Gruber, ma una vittima ha ritenuto in ogni caso di portare in tribunale l’ultranovantenne Benedetto XVI per una richiesta di risarcimento danni.

Continue reading..

Il miracolo di Lazzaro, il coming out e i preti gay: il gesuita arcobaleno agita la Chiesa

(il Giornale. Nico Spuntoni).

Padre James Martin, che aveva associato l’episodio del Vangelo di Giovanni alla condizione dei cattolici omosessuali, scrive un libro destinato a far discutere. Si chiama “Lazzaro vieni fuori!” dall’originale in inglese “Come Forth” ed è il titolo dell’ultimo libro uscito da poco in italiano di uno dei religiosi più discussi della Chiesa contemporanea, il gesuita statunitense padre James Martin. Già autore di “Un ponte da costruire – Una relazione nuova tra Chiesa e persone LGBT”, lo scrittore è noto in tutto il mondo per la sua pastorale pro-lgbt+. Un’etichetta che non deve dargli fastidio visto che anche per lanciare l’uscita in italiano (per la Libreria Editrice Vaticana) ha rivendicato ancora una volta le sue posizioni più discusse. Il libro analizza il brano del Vangelo di Giovanni che dà conto del miracolo della risurrezione di Lazzaro a Betania fatto da Gesù. Il titolo non è casuale ed è stato lo stesso Martin a spiegarlo in un’intervista ad Annachiara Sacchi su “La Lettura”, supplemento del “Corriere della Sera”. Il gesuita, infatti, ha detto che quel “vieni fuori” in origine si sarebbe dovuto scrivere in inglese “come out!” ma che alla fine lui stesso ha preferito “come forth!” per evitare polemiche. “Mi preoccupava che il riferimento al Coming Out fosse considerato un ammiccamento a quel lavoro (il suo precedente libro, ndr), dando occasione a commenti sarcastici o distraendo dal nuovo libro, che non riguarda le persone Lgbtq, ma tutti”, questa la motivazione del gesuita. Tuttavia, per promuovere il libro e non rinnegando la fama che ormai lo accompagna, Martin ha voluto comunque fare una dichiarazione sulla questione lgbt destinata a far discutere. Con Annachiara Sacchi, lo scrittore statunitense ha rivendicato la causa arcobaleno per la quale è in prima nella Chiesa: “Spesso dico ai cattolici che, lo sappiano o no, preti gay hanno detto Messa per loro, ascoltato la loro confessione, battezzato i loro bambini, celebrato i loro matrimoni, hanno fatto loro visita in ospedale, sepolto i loro genitori. La Chiesa sarebbe smisuratamente più povera senza di loro”.

Continue reading

“Io estremista islamico? Sì”. Chiesta l’espulsione per l’imam di Bologna

(il Giornale. Francesca Galici).

Il riacutizzarsi delle tensioni in Medioriente dopo il 7 ottobre 2023 ha nuovamente alzato l’allarme terrorismo in Italia e in Europa. Un allarme, comunque, mai sopito che tiene sul chi va là le intelligence nel tentativo di intercettare qualunque minaccia alla sicurezza. Mentre si alza la soglia di attenzione sugli arrivi degli irregolari, per evitare che possibili soggetti radicalizzati possano entrare in Europa con scopi pericolosi, si effettuano anche maggiori controlli e interventi sui soggetti già presenti sul territorio. Tra i quasi 1800 rimpatri effettuati dall’inizio dell’anno, ha spiegato pochi giorni fa il ministro ell’Interno, Matteo Piantedosi, “sono stati eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza nazionale, per rischio di radicalizzazione o estremismo e che dall’inizio dell’anno in corso sono state già eseguite 34 espulsioni proprio gli stessi motivi”. Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono le interrogazione parlamentari, una alla Camera e una al Senato, dell’onorevole Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia, e di Marco Lisei, senatore dello stesso partito, incentrate sulla figura dell’imam di Bologna, Zulfiqar Khan.

Continue reading

Il Papa torna a parlare di frociaggine: le parole in un incontro a porte chiuse

(Il Giornale. Marco Leardi).

Papa Francesco insiste. In un incontro a porte chiuse avuto oggi coi parroci romani di mezza età, il Santo Padre sarebbe tornato sul concetto di “frociaggine“, già espresso nelle scorse settimane con un seguito di accese polemiche. Lo hanno riferito all’Adnkronos alcune fonti che erano presenti all’incontro. “In Vaticano c’è aria di frociaggine“, avrebbe affermato Bergoglio, ribadendo anche che se un ragazzo ha una tendenza omosessuale è meglio non farlo entrare in seminario. Sono “ragazzi buoni” ma con questa tendenza meglio di no, avrebbe osservato Francesco, rimarcando una convinzione non inedita. Le affermazioni attribuite nuovamente al Santo Padre hanno immediatamente suscitato scalpore. Proprio come era accaduto a fine maggio, quando, parlando coi vescovi a porte chiuse, Bergoglio aveva usato la medesima espressione colorita. “Guardate, c’è già un’aria di frociaggine in giro che non fa bene. C’è una cultura odierna dell’omosessualità rispetto alla quale chi ha un orientamento omosessuale è meglio che non sia accolto” in seminario perché “è molto difficile che un ragazzo che ha questa tendenza poi non cada perché vengono pensando che la vita del prete li possa sostenere ma poi cadono nell’esercizio del ministero“, aveva affermato Francesco in quel caso, sempre stando a quanto riportato da alcune fonti presenti all’incontro.

Continue reading..

Giubileo 2025, papa Francesco: “Aprirò una Porta Santa in un carcere”

(Il Giornale. Nico Spuntoni).

Francesco si era presentato al mondo come vescovo di Roma. Il suo legame con la città lo ha confermato oggi visitando il Campidoglio così come avevano fatto i suoi predecessori e così come lui stesso aveva fatto nel 2019. Questa volta, però, ad accoglierlo con la fascia tricolore non c’era Virginia Raggi, la sindaca grillina con cui aveva stabilito un buon rapporto personale, ma il dem Roberto Gualtieri. La visita è stata l’occasione per ringraziare le autorità cittadine per la collaborazione nell’organizzazione del prossimo Giubileo, previsto l’anno prossimo e che sta costando qualche disagio ai romani e ai pendolari. Proprio a proposito del Giubileo, Bergoglio ha fatto un annuncio nel corso del suo discorso in Campidoglio. Il Papa è molto sensibile sul tema dei detenuti e lo ha dimostrato sin dall’inizio del suo pontificato. Di recente si è recato a visitare il carcere della Giudecca nel corso del suo viaggio a Venezia e, uscendo, ha detto di aver pensato: “ogni volta che vado in carcere dico perché loro e non io”. Per questo Francesco ci tiene a coinvolgere i detenuti anche nell’Anno Santo. A questo scopo, in Campidoglio, ha annunciato che aprirà una Porta Santa in un carcere. L’annuncio, scandito con chiarezza, è stato seguito dall’applauso della Giunta e dei consiglieri presenti in Aula Giulio Cesare, prima che il Pontefice riprendesse il suo discorso. Una decisione presa proprio nello spirito che riconosce nella città di Roma.

Continue reading

“Basta repressione e respingimenti”. Dal Vaticano ancora pressioni sui migranti

(il Giornale. Francesca Galici).

Nuovo affondo del Vaticano sull’Europa per la questione migranti: all’Ue si chiede di aumentare la sua capacità di accoglienza perché “loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri”. Ancora una volta il Vaticano interviene sulla questione migranti per spingere sul principio di accoglienza indiscriminata. Stavolta a parlare è il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 110esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in programma il 29 settembre. “Oggi, piuttosto che respingere e reprimere chi è in cammino, dovremmo porre attenzione ai fattori di spinta e di richiamo che sono alla base della migrazione forzata“, ha dichiarato il porporato. Un’attenzione che dal governo Meloni è stata massima fin dall’insediamento, quando si è iniziato a discutere di un nuovo “piano Mattei” che prevede ampie elargizioni di denaro ai Paesi di partenza, ma anche di transito, dei migranti per permettere lo sviluppo dell’economia e, quindi, creare attrazione per chi non vuole lasciare il suo Paese. L’Italia, in questo progetto, ha coinvolto anche l’Europa, che sta partecipando attivamente proprio allo scopo di ridurre il numero di morti e l’immigrazione illegale. Per tale ragione il monito del cardinale arriva fuori tempo massimo, per altro senza mettere sul piatto della bilancia i rischi di una spinta incontrollata per la sicurezza e la stabilità dell’Europa. “Anche noi, se vivessimo simili pressioni, fuggiremmo. Allora, cerchiamo di vedere i migranti come fratelli e sorelle, siano essi costretti a fuggire o bloccati al confine, o entrambi i casi. I loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri”, ha proseguito.

Continue reading

La carezza del Papa agli anziani: “La vecchiaia non è un’età di scarto”

(Il Giornale. Serena Sartini).

«Sostenere il nuovo popolo di anziani, composto di milioni di persone» e rivitalizzare il rapporto tra Chiesa e terza-quarta età. È l’obiettivo che si pone la Fondazione Età Grande, promossa da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ieri ha presentato l’indagine svolta da Ipsos dal titolo «La pastorale della terza età nelle diocesi italiane», una fotografia dell’impegno delle diocesi verso gli anziani, tra grandi sfide e successi. Monsignor Paglia, che tra le altre cose presiede la commissione governativa per la riforma dell’assistenza agli anziani, plaude alle iniziative politiche in tal senso. «Salutiamo con soddisfazione la legge 33 del Governo Italiano sulla riforma dell’assistenza della popolazione anziana in Italia. Nei prossimi giorni sottolinea – inizieranno le prime sperimentazioni per una Assistenza Domiciliare, Socio-sanitaria, Integrata e Continuativa che si iscrive in quel continuum assistenziale che assicura la vicinanza a tutti gli anziani». Una misura legislativa, spiega monsignor Paglia che da anni si batte per la valorizzazione degli anziani come risorsa per la società – «richiede però un cambio di cultura che riguardi il senso stesso della vecchiaia che è tuttora concepita anche dagli stessi anziani come una età di scarto. È urgente un cambio di paradigma che presenti la vecchiaia come una risorsa, anche quando significa fragilità e debolezza».

Continue reading

Il Papa, i gay e le polemiche

(Il Giornale. Vittorio Feltri).

Mi preme puntualizzare, per una questione di orgoglio lessicale, che il papa ha mutuato il termine frociaggine dal sottoscritto.

Caro Santo, innanzitutto mi preme puntualizzare, per una questione di orgoglio lessicale, che il papa ha mutuato il termine frociaggine dal sottoscritto. Ne desumo che egli abbia letto il mio ultimo libro, I fascisti della parola, o che comunque mi segua con una certa assiduità. E lo ringrazio. Avrei gradito magari che mi citasse, eppure mi rendo conto che egli è avvezzo a ben più alte citazioni, direi altissime, bibliche. Del resto, a proposito di guerra, io e Francesco la pensiamo allo stesso identico modo: essa ha rotto le scatole; in fatto di fede, invece, non posso di certo assimilarmi al pontefice, il quale ha un rapporto cementato e privilegiato con Dio che io non posso assolutamente vantare. Io sono più terra terra. Mia moglie sostiene che io creda profondamente in Dio ma che non ne sia consapevole. E sai cosa si dice? Le mogli non si contraddicono, pare che abbiano ragione persino quando hanno torto. Il torto è dei mariti. Ed ecco che ho elencato i due principi cardine del matrimonio. Ad ogni modo, tornando a noi e alla tua richiesta, io sono convinto che papa Francesco abbia fatto cosa buona e giusta. I seminari non possono essere «refugium frociorum», eppure sembra che essere gay sia uno dei prerequisiti essenziali per accedervi. Bene, potevo capire questa scelta («Sono frocio, quindi mi faccio prete») una volta, ma oggi di essere omosessuali si è totalmente liberi, anzi, si viene persino incoraggiati ad esserlo, fa figo, stando alla sinistra, dunque non vedo perché un ragazzo omosessuale debba considerare questo il percorso ideale o l’unico possibile per vivere in santissima pace. Forse per pescare meglio? E per «pesca» non mi riferisco a quella con amo e lenza o con la rete. Ci siamo intesi, dai. È soltanto la fede e quindi la chiamata di Dio, così viene definita la vocazione, a dovere indurre un individuo a vestire la tonaca.

Continue reading

Il Papa e la frase sui seminaristi gay: non lasciamo che il gergo cancelli il tema

(Il Giornale. Michele Brambilla)

«Da questo Papa c’è da aspettarsi di tutto», dicevano i colleghi venuti da ogni parte del mondo nel marzo di undici anni fa, quando l’argentino Jorge Mario Bergoglio fu eletto supremo pontefice (ma lui, affacciandosi alla loggia di San Pietro, disse «vescovo di Roma», e già quella fu una prima rottura). Apparve subito non solo come un rivoluzionario, ma anche e forse soprattutto come uno che se ne infischiava dei protocolli. Si presentò a noi giornalisti, in Sala Nervi, con dei pantaloni grigi da pensionato sotto una veste bianca che poteva essere quella di un infermiere: che differenza con Ratzinger e le sue scarpette rosse. Annunciò, quel giorno, che non avrebbe alloggiato nell’appartamento riservato ai pontefici, ma che se ne sarebbe andato in Santa Marta, dove avrebbe pranzato e cenato con gli altri preti e le suore, come in una mensa, perché di mangiare da solo servito e riverito «come un papa» – non ci pensava nemmeno. Un giorno se ne andò in giro per Roma come uno qualunque per andare a comprare gli occhiali, scatenando il panico fra quelli della sicurezza. E tutto questo piacque, e per molto tempo è piaciuto, ai colleghi e in genere a tutti coloro che hanno sempre visto nella Chiesa una casta di privilegiati. Bergoglio, alla messa dell’incoronazione, saltò a pie’ pari interi passi della liturgia. E tutti a dire «bravo», finalmente uno che esce dagli schemi. Ci sono però altri schemi che gli stessi papofili plaudenti non tollerano che vengano infranti, come il sentir dire, da Francesco, «frociaggine». Fa scandalo, è omofobia, peccato mortale. E certo non è bello che un Papa si esprima così, anzi non è bello che alcuno si esprima così. Ma Francesco è fuori dagli schemi davvero: non sta dentro i vecchi canoni papalini ma neppure in quelli del linguaggio corretto. È poi argentino, e l’italiano l’ha imparato da pochi anni, e soprattutto l’ha imparato a Roma: e quindi più che l’italiano parla il romanesco. Gli è scappato di parlar di froci come potrebbe scappargli uno «sticazzi?». Può darsi. Ma l’espressione da osteria cacio e pepe non dovrebbe oscurare la sostanza del discorso che Bergoglio ha pronunciato durante l’assemblea dei vescovi. Ha sollevato una questione delicata, talmente delicata che per troppo tempo non s’è avuto ardore di parlarne.

Continue reading

La sottomissione islamica dell’ateneo

(Il Giornale. Alberto Giannoni).

A Torino ragazze velate per proclamare l’occupazione. Il sermone di un imam.

Un proclama con la «kefiah» sulla testa a mo’ di velo, dentro una scenografia di drappi «palestinesi» sul tavolo e dietro le spalle. Qualcuno l’ha chiamata «carnevalata», ad altri è parsa una scena inquietante quella delle tre ragazze che l’altra sera hanno annunciato l’occupazione del rettorato di Torino per indurre l’università a disdire le relazioni con gli atenei israeliani. Un «boicottaggio» dal sapore antisemita biasimato autorevolmente anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma chiesto a gran voce da minoranze di estrema sinistra, parte di una rete globale di attivisti ideologizzati e anti-occidentali che lavora per l’isolamento dello Stato ebraico, unica democrazia del Medio oriente, e non si fa alcuna remora a sostenere quella che viene definita «la resistenza» anti-Israele, anche armata, fosse pure quella di Hamas, il movimento terroristico del 7 ottobre.

Continue reading

 “Il diritto alla dignità vale per tutti”. La lezione di Mattarella su Gaza

(Il Giornale. Francesca Galici).

Sergio Mattarella questo pomeriggio si è recato all’università La Sapienza di Roma per la cerimonia “Giornata del laureato”. L’università romana è una di quelle in cui, da qualche giorno, sono state piantate le tende degli studenti che protestano per la Palestina, che pretendono dalle università azioni di boicottaggio contro Israele. Come da protocollo, il presidente della Repubblica è salito al Rettorato, messo del mirino degli studenti-attivisti che non accettano l’indipendenza ideologica del loro ateneo e accusano la rettrice di non essersi schierata apertamente e pubblicamente contro la Palestina. All’arrivo di Mattarella, i collettivi hanno cercato di attirare la sua attenzione urlando slogan come “Palestina libera” e accendendo dei fumogeni. Gli studenti hanno anche lanciato all’indirizzo del corteo presidenziale decine di aeroplanini di carta, fatti con la lettera che è stata letta poco prima, in cui chiedono un confronto con il Capo dello Stato. L’hanno invitato a unirsi a loro all’accampamento cosa che, per ragioni di sicurezza, il presidente della Repubblica non ha fatto. “Una lettera pubblicata ieri mi chiede di non rinchiudermi in quella che viene definita torre d’avorio del rettorato. Un cartello mi chiede cosa ne penso di quel che succede in Medio Oriente e io intendo rispondere”, ha dichiarato Mattarella durante la cerimonia. Il Presidente ha poi citato il discorso tenuto all’Onu e ha ribadito il ripudio verso “ogni violazione dei diritti umani” e ha auspicato “il dialogo” in ogni ambito, anche accademico, ribadendo il “cessate il fuoco” che ha chiesto otto giorni fa, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni unite, a New York, e con una lettera inviata per la Festa della Repubblica di Israele.

Continue reading

Il cardinale bergogliano contraddice Wojtyła: “Il no alle donne prete? Può cambiare”

(Nico Spuntoni. Il Giornale).

Un cardinale che contraddice apertamente Giovanni Paolo II. Il suo nome è Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo ma soprattutto relatore generale del Sinodo sulla sinodalità. Il prelato nordeuropeo, nonostante il Papa polacco avesse parlato chiaro nella Ordinatio sacerdotalis dicendo che “la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”, è tornato a sostenere pubblicamente il contrario.

Questione di pazienza

Il gesuita Hollerich, intervistato dal portale svizzero di informazione cattolica Kath.ch, ha detto che il “no” della Chiesa può essere cambiato. Rispondendo ad una domanda sulla possibilità che Francesco modifichi quanto ribadito nel 1994 dal documento di Giovanni Paolo II, il cardinale lussemburghese ha fatto riferimento alle risposte ai dubia di sei cardinali in cui il Papa ha detto che lo stop “è vincolante, ma non per sempre“, aggiugendo che “ciò significa che non è dottrina infallibile. Può essere cambiata. Ci vogliono argomenti e tempo”. Insomma, questione di pazienza. È lo stesso Hollerich ad ammetterlo nell’intervista, quasi a voler rassicurare i più oltranzisti che vorrebbero tutto e subito. “È necessaria una discussione più approfondita. Altrimenti c’è il rischio che venga visto come qualcosa che i cattolici liberali vogliono far passare. Ci vuole tatto e pazienza se si vogliono soluzioni reali”, ha detto il cardinale che Bergoglio ha voluto relatore generale del Sinodo ancora aperto.

Continue reading…

“Il Vaticano e Roma cadranno, è una promessa di Allah”. Minaccia jihadista sull’Italia.

(Il Giornale. Francesca Galici).

L’eco di quanto accade in Italia arriva con una certa velocità dall’altra parte del Mediterraneo dove i provvedimenti, proposti o attuati, hanno una risonanza particolarmente ampia. Quel che accade nel nostro Paese diventa automaticamente una questione di interesse nei Paesi nordafricani dove non mancano i soggetti radicalizzati pronti al jihad per protestare contro misure che non condividono. Ora nel mirino è finito il disegno di legge a prima firma di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che punta a riformare il Testo unico che regola il Terzo settore, quindi le associazioni di volontariato.

Continue reading...

L’ultimo regalo di Bergoglio: l’impunità divina ai giudici vaticani

(Felice Manti. Il Giornale).

Arriva l’impunità divina per i magistrati vaticani. L’altro giorno Papa Bergoglio (nella foto) ha prodotto un’altra Lettera Apostolica motu proprio sui magistrati ordinari del Tribunale e dell’Ufficio del Promotore di giustizia, creando loro uno scudo alle loro eventuali malefatte, per cui qualunque errore facciano non pagheranno mai di persona ma si potrà far causa «esclusivamente contro il Vaticano, che pagherà anche «le spese di giudizio, rappresentanza e difesa», si legge nell’articolo 11 comma 3 della nuova Legge sull’ordinamento giudiziario del Vaticano. È la seconda decisione motu proprio dopo quella che – pochi giorni del verdetto che ha condannato a cinque anni e sei mesi monsignor Angelo Becciu – ha esteso le prerogative cardinalizie e lo stipendio cumulabile ed esentasse in Italia a chi ha portato alla sbarra il monsignore e chi ne ha deciso la condanna, vale a dire Alessandro Diddi e Giuseppe Pignatone, in un processo «connotato da numerose zone d’ombra in una molteplicità di piani dal punto di vista giuridico», come scrive nel suo parere pro veritate Geraldina Boni, ordinaria di Diritto ecclesiastico e canonico all’Alma Mater di Bologna. Perché arriva questo colpo di spugna? È come se il Pontefice sapesse che il giudizio sull’ex Segretario di Stato – ben lungi dall’essere «giusto» come vorrebbero i principi giuridici vaticani – rischia di essere ribaltato in Appello. Ipotesi di scuola, ovviamente. Ma la tempistica è sospetta.

Continue reading…

Sesso, droga e festini in chiesa con i soldi dei fedeli: condannato l’ex parroco.

(Il Giornale. Giovanni Fiorentino).

Nel 2021 aveva patteggiato tre anni e otto mesi per spaccio di droga continuato, appropriazione indebita dei soldi della parrocchia e truffa ai danni dei fedeli. E dopo esser stato ridotto allo stato laicale, dovrà adesso risarcire la parrocchia della quale era parroco sino a pochi anni fa: si tratta di circa 132mila euro, che secondo gli inquirenti Francesco Spagnesi aveva sottratto ed utilizzato per organizzare festini hard e per acquistare droga. Questa, stando a quel che riporta oggi il quotidiano La Nazione, il pronunciamento che mette fine alla vicenda legata all’ex-sacerdote di Prato salito alla ribalta delle cronache ormai un triennio fa. Tutto iniziò quando l’allora parroco della parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina fu fermato (insieme a quello che era il suo compagno) nell’auto in cui fu trovato anche un quantitativo di ghb, la cosiddetta “droga dello stupro”.

Continue reading…..

Il Vaticano benedice le misure anti aborto

(Lodovica Bulian. Il Giornale).

Si allarga lo scontro sull’aborto. Ma interviene anche la Chiesa. leri il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, a margine di un convegno alla Pontificia Università Urbaniana, ha premesso di non voler entrare negli aspetti tecnici della modifica approvata alla Caera, ma ha detto: «Noi siamo a favore della vita e anche di tutti quegli strumenti che possano permettere di affermare il diritto alla vita, soprattutto per le donne che si trovano in difficoltà». Dall’altra parte l’opposizione e la piazza della Cgil, con in testa il segretario generale Maurizio Landini, ad attaccare frontalmente il governo Meloni anche sulla 194. Ma sull’emendamento di Fdi al Dl Pnrr alla Camera – su cui poi si è spaccata la Lega – che punta a coinvolgere nei consultori i membri dei comitati pro vita, si esprime anche la Chiesa.

Continue reading…

“Lo sciopero dei chierichetti”. Ora Bersani pontifica sul giornale del Papa

( Il Giornale. Marco Leardi).

Il sacerdote che vorrei l’ho già avuto“. Un tempo il lettore dell’Osservatore Romano si sarebbe aspettato di leggere le riflessioni di fini teologi, di vaticanisti ed esperti del mondo ecclesiastico. Oggi invece sulle pagine del quotidiano d’oltretevere campeggia la firma di Pier Luigi Bersani, figura emblematica della sinistra italiana ed ex segretario del Pd. A chiedere un intervento al fu ministro dell’economia è stato peraltro proprio il giornale del Papa, che – attraverso una proposta del direttore Andrea Monda – lo ha inviato a raccontare il suo prete ideale. Il diretto interessato ha chiaramente detto sì, vergando un ritratto alla Guareschi, ma con un retrogusto di cattocomunismo d’antan.

Continue reading….