Zuppi contro ogni umana evidenza guarda con fiducia al vertice in Svizzera. In Italia posizioni molto distanti 

(FarodiRoma. Di redazione).

Il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nonostante l’evidente gap dovuto all’assenza della Russia e della Cina, guarda ugualmente con speranza all’appuntamento del prossimo 15 e 16 giugno, in Svizzera, nella città di Burgenstock, dove si terrà la conferenza di pace sull’Ucraina, a cui però non parteciperanno Russia e Cina. L’imminente incontro diplomatico sarà un importante “esercizio” per valutare le prospettive e le opportunità di pace tra Ucraina e Russia, ha detto il porporato in un’intervista all’agenzia Tass. Secondo Zuppi, già inviato del Papa per la pace nel Paese in guerra ormai da più di due anni (nella foto il dialogo con Zelensky a Kiev(, ha definito “fondamentale” il contributo che “l’Europa porterà – ha detto – per la risoluzione del conflitto attraverso i negoziati”. “L’Europa unita, nata dopo la Seconda Guerra mondiale e basata sul rifiuto della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti” – ha proseguito il porporato – non deve abbandonare questa visione”. A conclusione dell’intervista Zuppi ha ricordato come le parole del Papa sulla necessità di trattare, possono essere intese solo in maniera univoca: il Pontefice non ha mai negato la responsabilità della guerra, ma ha sottolineato il coraggio della negoziazione, il che non significa “capitolazione, ma deve voler dire una soluzione del conflitto sulla base del diritto e con l’aiuto di tutta la comunità internazionale”.

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