Dallo scisma di Lefebvre al caso Viganò. Un nuovo incendio rischia di divampare nella chiesa

(Domani. JUAN MARÍA VIAN).

Lo scisma lefebvriano è molto più grave e drammatico. Dopo la morte dell’arcivescovo francese la tensione si è stemperata e non pochi tradizionalisti sono rientrati nella chiesa cattolica. Ma il fuoco non è spento e il caso del prelato italiano – sullo sfondo dello scontro sulla liturgia – rischia di far divampare nuovamente l’incendio. Scaduto il 28 giugno il termine per difendersi di persona o attraverso uno scritto, nei prossimi giorni l’arcivescovo Carlo Maria Viganò sarà giudicato in Vaticano dal Dicastero per la dottrina della fede, l’antico Sant’Uffizio. Per un’accusa molto grave: quella di scisma. È stato lo stesso prelato a pubblicare il decreto curiale proprio nel giorno della convocazione in Vaticano, il 20 giugno, e a rifiutare con asprezza un processo che ritiene dall’esito scontato.

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La Cei torna a parlare di pedofilia, ma la verità sugli abusi nella chiesa è ancora lontana

(Domani. FEDERICA TOURN).

La Conferenza Episcopale Italiana illustrerà le nuove ricerche multidisciplinari. Forse è l’unica novità. Il resto segue lo schema degli ultimi anni: le istituzioni ecclesiastiche privilegiano un dibattito generico sugli abusi nella società, da cui le specificità della Chiesa non emergono in tutta la loro serietà. Chiara Griffini nominata responsabile del Servizio nazionale tutela infanzia: un’operazione pinkwashing. La Chiesa torna a parlare di pedofilia e di lotta agli abusi sessuali. Mercoledì 29 maggio, presso l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, la CEI organizza “Child Abuse. Una lettura del contesto italiano (2001-2021)”, un convegno dedicato ad esaminare “il quadro sociologico dell’abuso”, con “prospettive e testimonianze nel contesto più generale della società italiana”.

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L’altro lato della «frociaggine»: una chiesa spietata con gli omosessuali che ci si rifugiano

(Domani. NATHAN BAZZI).

Le parole di Francesco contro i seminaristi gay. La Chiesa è storicamente il rifugio per molti ragazzi omosessuali terrorizzati all’idea di vivere nel mondo. E rilevare solo l’effettiva alta concentrazione di omosessuali, e non le premesse da cui questa dinamica discende, è ingiusto e spietato.

Secondo diverse fonti questa settimana Papa Francesco, intervenendo all’assemblea generale della Cei, avrebbe chiesto esplicitamente ai vescovi di discriminare i seminaristi gay, non ammettendoli al sacerdozio, perché – queste le parole che avrebbe usato –, «c’è già troppa frociaggine in giro». La frase sta scatenando una valanga di reazioni, indignate e umoristiche, ma il punto è che, di per sé, è vera: la Chiesa è storicamente il rifugio “scelto” da molti ragazzi omosessuali terrorizzati all’idea di vivere qui fuori nel mondo con tutta la vergogna e la paura che questo comporterebbe.

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L’operazione fallita di raccontare una continuità tra Francesco e Benedetto

(GIOVANNI MARIA VIAN. Domani).

Il titolo dell’ultimo libro intervista con il pontefice, uscito in Spagna sui suoi rapporti con Joseph Ratzinger, ne indica con esattezza il contenuto. Papa Francisco. El sucesor. Mis recuerdos de Benedicto XVI (Planeta, in Italia sarà pubblicato da Marsilio) è infatti un testo – basato su tre ore di intervista, raccordate e corredate di utili documenti – dal quale emerge innanzi tutto la figura di Bergoglio. Attraverso la memoria che il papa conserva del predecessore e vuole che sia trasmessa. Con l’intento, dichiarato programmaticamente dal giornalista che l’ha scritto, Javier Martínez-Brocal, di mostrare la continuità tra i due papi. Ma il libro non convince e apre, anzi, non poche questioni.

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Il documento sulla dignità umana del papa: no alla gpa e all’aborto tra vuoti e ambiguità

(FRANCESCO PELOSO. Domani).

Il nuovo documento del Dicastero per la dottrina della fede, firmato dal prefetto, cardinale Victor Fernandez e approvato dal papa, dal titolo: «Dignitas infinita circa la dignità umana», fa il punto sul concetto teologico di dignità umana, stabilisce una forte interazione fra la dottrina cattolica e la dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo del 1948, poi aggiorna l’elenco delle violazioni della dignità umana in epoca moderna.

Quel che spicca, nel testo della Dichiarazione, la cui redazione è durata cinque anni, è la scomparsa dei cosiddetti principi non negoziabili così come erano stati codificati da Benedetto XVI nel discorso ai membri del partito popolare europeo del 30 marzo 2006.

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