La Chiesa offre collaborazione contro tutti gli abusi sui minori

(Avvenire. Pino Ciociola).

L’arma vincente è in una parola: collaborazione. Oppure per i più piccoli andrà peggio, sempre peggio. «Non saremo quieti finché esisterà anche un solo caso» di qualsiasi violenza, ha detto monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari, ieri, al convegno “Abusi sui minori. Una lettura del contesto italiano (2001-2021)”, organizzato dalla Cei in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Sottolineando poi «lo sforzo importante per radicare sul territorio gli strumenti efficaci» e «per il riconoscimento e il contrasto alla pedofilia e agli abusi». Cultura da promuovere. Cioè, da 7.700 persone incontrate nelle diverse iniziative sul territorio nel 2020 a 23.188 nel 2022, dai 48 contatti presso i centri di ascolto nel 2020 ai 374 nel 2022). Morale? «Il contrasto agli abusi passa attraverso la promozione di una cultura», ha detto monsignor Baturi. Ed «è fondamentale la partecipazione di tutte le componenti del popolo di Dio e la collaborazione con le autorità e i soggetti della società civile». La Chiesa del resto non si limita, sul tema degli abusi – ha continuato monsignor Luis Manuel Alí Herrera, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori -, alle denunce previste dal canone 1398 del Codice di Diritto canonico, ma assume una responsabilità congiunta per tutti i casi relativi a minori o a situazioni di violenza, ampliando l’efficacia della prevenzione e collaborando proficuamente con le autorità civili».

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