Gaza, nulla giustifica la carneficina. L’alternativa per l’ebraismo c’è e si chiama riconciliazione

(Marco Politi. Il Fatto Quotidiano).

Ci sono momenti in cui l’Angelo della Storia passa tra le case e guarda sugli stipiti delle porte se ci sono i segni di menti e cuori aperti oppure di animi chiusi in se stessi. In tutte le culture si trovano simili immagini che rivelano un passaggio cruciale. Thomas Friedman, editorialista del New York Times, ha descritto questa stagione in maniera precisa: “Trovo inquietante e deprimente che oggi non ci sia nessun leader israeliano di rilievo nella coalizione di governo, nell’opposizione o nelle forze armate che aiuti coerentemente gli israeliani a capire questa alternativa – ridursi a paria globali o essere partner in Medio Oriente – né che spieghi perché dovrebbero scegliere la seconda”.

L’alternativa è proprio questa. Non si tratta di passare sopra agli atti barbari compiuti il 7 ottobre durante l’attacco di Hamas – sono incancellabili – ma si tratta di comprendere che nulla, proprio nulla giustifica la brutale carneficina che da mesi è in corso a Gaza ad opera del governo e dell’esercito israeliano.

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